La ricostruzione avanza.Il 30 ottobre riapre la basilica di Norcia
Cantieri privati +22% e 1200 quelli pubblici che apriranno entro l'anno di cui 400 già avviati. Approvati 121 interventi sugli edifici di culto. Ma 20mila persone restano ancora fuori casa.

Che si debba guardare il bicchiere mezzo pieno è d’obbligo, anche perché finalmente da qualche tempo i numeri della ricostruzione fanno segnare un deciso cambio di passo sia nella ricostruzione privata che pubblica nel più grande cantiere d’Europa, quello post sisma 2016 del Centro Italia. A cui ora si aggiunge anche la bella notizia della riapertura della basilica di Norcia per il 30 ottobre, giorno dell’anniversario della scossa che colpì in particolar modo Marche e Umbria, dopo quella del 24 agosto che distrusse Amatrice, Accumoli e Arquatra del Tronto. Ma la cifra di 20mila persone (circa 10mila nuclei familiari) nella quattro regioni coinvolte che restano ancora fuori dalla propria casa spingono necessariamente a fare ancora di più e meglio. Certo è che, girando per le strade immerse nel verde che portano ai piccoli borghi dell’Appennino, ora sono meno rare gru e impalcature anche nei centri storici e nelle frazioni. Come quelle che sono ritornate in funzione nel complesso Casa Futuro del don Minozzi ad Amatrice dopo uno stop di molti mesi.
A sfogliare il rapporto sulla Ricostruzione del Centro Italia, presentato oggi a Roma e con dati aggiornati a maggio 2025, a colpire è soprattutto il balzo in avanti della ricostruzione pubblica (che comprende anche gli edifici di culto), visto che per la ricostruzione privata già lo scorso anno c’erano stati segnali molto incoraggianti. Nei primi cinque mesi del 2025 la ricostruzione privata ha fatto segnare infatti un +22% rispetto allo stesso periodo del 2024 e, al 31 maggio 2025, le liquidazioni per i contributi concessi hanno raggiunto quota 6,1 miliardi di euro: +37,41% rispetto all’anno precedente, con 12mila cantieri conclusi su 22mila autorizzati e quasi 8700 in corso. Il 60% di queste liquidazioni è avvenuto negli ultimi due-tre anni, quando è stato completato l’impianto normativo complessivo che comprende anche i centri storici.

Sul fronte della ricostruzione pubblica, invece, su un totale di 3.542 interventi programmati, saranno avviati 1.200 nuovi cantieri nell’anno in corso, di cui oltre 400 già partiti nei primi 4 mesi dell’anno, per un totale di 4,6 miliardi stanziati. Inoltre, più del 33,8% degli interventi ha un progetto approvato o ha già avviato le procedure per affidamento dei lavori. In questo capitolo rientrano anche gli interventi sugli edifici di culto e sulle scuole. Tanto per dare un ordine di grandezza le chiese, sia pubbliche che private, danneggiate dalla sequenza sismica del 2016-2017 sono stati 2.456. Tra queste - con esclusione delle chiese di proprietà pubblica - ammontano a un totale di 1221 per un importo complessivo di circa 737,8 milioni di euro. Solo nell’ultimo biennio, e considerando solo i primi quattro mesi del 2025 sono stati approvati 121 interventi, pari al 50% del totale dei progetti definiti in conferenza permanente. Sul fronte scuole ad oggi sono stati autorizzate 129 cantieri, su un totale di 223, per un valore di 63,9 milioni di euro.
«La ricostruzione è un lavoro di squadra e non può prescindere anche dalla rivitalizzazione del territorio, colpito non solo dal sisma ma dallo spopolamento e dalla crisi climatica», ha sottolineato il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, che accanto alla presentazione dei risultati ha annunciato la riapertura della basilica di San Benedetto il 30 ottobre. «Ora i numeri dimostrano che siamo ad un abbrivio che tutti chiedevano a cominciare dai terremotati». Ma rinascita del Centro Italia vuol dire non solo ricostruzione, ma anche riparazione economica e sociale. Con il programma Next Appenino, un piano da 1780 milioni di euro per contrastare l’abbandono di queste vallate con la creazione di opportunità lavorative, si stima infatti che anche il Pil crescerà complessivamente di oltre 3,8 miliardi di euro e che l’occupazione vedrà un incremento cumulato di oltre 18.000 unità. «Siamo consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare e che nessuna distrazione è possibile -ha aggiunto il commissario Castelli - Dobbiamo insistere e continuare ad accelerare con l’obiettivo primario di riportare nelle loro case e alla normalità le tante persone che ancora non sono rientrate nelle loro abitazioni e contrastare lo spopolamento».
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