Gli adulti fragili in affido culturale

L’idea della Cooperativa sociale Panta Rei, impegnata da anni sulle povertà educative: in sinergia con servizi del Comune di Cagliari 50 ospiti sono coinvolti in otto atelier.
April 9, 2025
Gli adulti fragili in affido culturale
"L'equlibrista", l'opera realizzata nello Spazio Artes
L’arte e la cultura per costruire relazioni all’insegna della fiducia reciproca e superare lo stigma. Sono gli obiettivi del primo affido culturale in Sardegna destinato a persone adulte con fragilità mentale, attivato lo scorso ottobre. L’idea è nata dalla Cooperativa sociale Panta Rei Sardegna, impegnata da circa vent’anni sulle povertà educative, la prima a portare nell’Isola l’affido culturale per bambini e ragazzi fragili. Da qui, si è deciso di estenderlo ad altri tipi di fragilità, con una formula vincente. Il nuovo progetto è partito all’interno dello Spazio polivalente di ascolto e creatività Artes del Comune di Cagliari, dove una cinquantina di ospiti con fragilità mentali sono impegnati in otto atelier, dalla pittura al riciclo creativo. Il tutto in sinergia con il Servizio politiche sociali e della casa dell’Assessorato alla salute e benessere delle cittadine e dei cittadini del Comune. Gemma (nome di fantasia), 60 anni è una delle “artesiane” dello spazio Artes fin dalla sua apertura nel 2018.
«Avrei voluto frequentare il Liceo artistico, ma i miei genitori non me lo hanno consentito – racconta – . Per me l’arte, la cultura è vita. Dopo il diploma ho frequentato dei corsi per operatore socio-culturale, ma erano sempre troppo teorici. Io volevo creare. Qui posso farlo. Mi piace poter socializzare». Gemma partecipa anche al gruppo di lettura e alla catalogazione della biblioteca di comunità nel Centro di quartiere del Comune di Cagliari di Mulinu Becciu (anch’esso gestito da Panta Rei Sardegna). Poi, l’esperienza dell’affido culturale, grazie alla disponibilità di un’affidataria che porta il suo stesso nome. « Avevo l’idea di dare la disponibilità per un affido culturale per minori - racconta Gemma (nome di fantasia) 64 anni - : invece mi hanno proposto di prendere in affido una donna con fragilità mentale. Quando mi hanno detto il suo nome, l’ho visto come un segno». Insieme hanno scritto il “patto di affido”, di durata annuale: un patto di fiducia, frutto dell’incontro e del racconto reciproco. Alla base, la passione condivisa per l’arte, la cultura, la bellezza.
«Ci siamo trovate subito racconta Gemma - . Per me è stata una scoperta conoscere una persona così competente e profonda». Si va al cinema insieme, si discute dei film: «Quando la vedo felice, mi sento felice. Vorrei portarla anche a teatro, ai concerti, ma occorre superare alcune difficoltà di deambulazione. È stato importante il coinvolgimento della sorella, sua tutrice. Anche dopo il patto continueremo a vederci, come amiche». « Per me lei è un punto di riferimento - dice Gemma, affidata del patto - , ma anche uno sguardo sul mondo: lei viaggia molto, e attraverso le foto fa viaggiare anche me». Nello spazio Artes una decina di operatori: educatori, psicoterapeuti, assistenti sociali. Si lavora in rete con i servizi sociali e con il Centro di salute mentale. Il punto di forza è l’approccio partecipativo che caratterizza ogni servizio e progetto di Panta Rei Sardegna. «Quando si parla di povertà relazionali, sociali, educative - spiega Marta Chessa, vicepresidente della Cooperativa - non basta la professionalità, ma occorre costruire una comunità di vita pronta a prendersi cura della persona, mettendone al centro competenze e talenti». Artes porta avanti anche il progetto “Anime sul filo”: quest’ultimo è stato attivato in occasione del centenario dalla nascita di Franco Basaglia, per far conoscere la scultura di “Marco Cavallo”, diventata icona della lotta per la chiusura dei manicomi. «Alla base l’idea che l’arte possa abbattere le barriere, i pregiudizi – spiegano Bianca Ingletto, direttrice della Cooperativa e Melania Cabras coordinatrice di Artes – . L’abbiamo raccontata agli artesiani, e poi fuori da Artes, agli studenti, e tutti hanno lavorato insieme per creare anche a Cagliari un’opera simbolica, “l’equilibrista”, metafora della vita di ognuno: una serie di singole reti, che tutte insieme ne formano una unica, capace di “attutire le cadute”. Su queste verrà installato un equilibrista in ferro (realizzato dall’artista Andrea Forges Davanzati), che ci piacerebbe potesse incontrare “Marco Cavallo”».

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