C'è persino un video dell'autopsia di Chiara Poggi online. L'alt del Garante
L'ultimo colpo di scena sul delitto di 18 anni fa è una traccia che apparterrebbe a uno sconosciuto (cioè né a Stasi né a Sempio): tutte le ipotesi in campo, anche quella di una contaminazione

L’autopsia sul corpo di Chiara Poggi finisce on line su un sito a pagamento e costringe il garante della privacy a intervenire con un provvedimento d’urgenza per bloccarne la pubblicazione. Provvedimento che impone anzitutto «il blocco nei confronti di un soggetto che sta rendendo disponibile on line, e a pagamento, un video contenente le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi». Divieto di pubblicazione che si estende anche ai media e ai siti web. Nello stesso provvedimento, il garante ha avvertito che l’eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita in quanto in contrasto con le Regole deontologiche dei giornalisti e la normativa privacy.
Il Garante, riferisce una nota, «invita dunque chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, ad astenersi dalla loro diffusione che - anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima - lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari». L’Autorità si riserva l’adozione di «ulteriori provvedimenti anche di carattere sanzionatorio».
Le novità sul caso e il Dna ignoto
Per quanto riguarda invece gli accertamenti nel corso dell’incidente probatorio, sono già stati replicati gli esami sul tampone orale di Chiara Poggi dal quale sono emersi 5 profili maschili, tre inutilizzabili e due che non appartengono né a Andrea Sempio, l'indagato nella nuova inchiesta, né ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l'omicidio di Garlasco. I due profili, uno al momento ignoto e l’altro dovuto a una contaminazione da parte dell’assistente di Dario Ballardini, il medico legale che esegui l’autopsia 18 anni fa, sono stati individuati nelle prime analisi preliminari dell’incidente probatorio.
La seconda «sessione» è avvenuta con gli stessi criteri delle prime analisi sui cinque prelievi, ed è il passo necessario affinché l'esito possa avere una valenza scientifica. Ora si attendono gli esiti e la loro trasmissione ai consulenti di accusa, difese e parte civile da parte di Denise Albani, la genetista nominata dal gip di Pavia. La replica, da quanto si apprende e come risulta dalla mail inviata dalla perita, riguarda anche altri reperti, tra cui il lembo del tappetino del bagno della villa di via Pascoli, sui cui è stato isolata una «sottotraccia» di Dna maschile riconducibile a chi viveva in quella casa, ossia il padre o il fratello di Chiara.
Nelle prossime settimane la genetista Denise Albani, incaricata dalla giudice Daniela Garlaschelli, «amplificherà» il profilo per poter svolgere un’analisi ancora più accurata. Non c’è invece al momento un programma, con tempi e modalità, per quello che sarà il cuore del maxi accertamento, ovvero l’analisi dei due profili genetici sui «margini ungueali» della vittima, di cui uno attribuito a Sempio da una consulenza della Procura, seguita a quella della difesa Stasi. I primi raffronti avrebbero escluso compatibilità tra la traccia di dna trovata nella bocca di Chiara e quella di «Ignoto 2», il profilo isolato sull’unghia dell’anulare sinistro della vittima. Quello su pollice sinistro e anulare destro, invece, apparterrebbe secondo gli inquirenti a Sempio. Negativa anche la comparazione con le tracce biologiche repertate sull’impronta 13, il segno di quattro dita sull’anta fissa della porta della cucina: sei i marcatori trovati.
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