Caro voli da e per Sicilia e Sardegna: l'Agcm avvia confronto con Ue
Dopo aver avviato l’indagine conoscitiva sugli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri verso le due isole, ieri l'Autorità ha intrapreso un confronto con la Commissione Europea

Se siete siciliani o sardi oppure avete scelto di andare in vacanza in una delle due isole maggiori d’Italia, probabilmente vi sarà capitato almeno una volta di sentire o dire: «Costa troppo!». E no, non era solo una vostra impressione. A segnalare che su queste tratte andrebbe migliorata la concorrenza, oltre che agevolata la comparabilità delle tariffe, questa volta è stata l’Agcm, che dopo aver avviato l’indagine conoscitiva sugli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri da e per Sicilia e Sardegna, ieri ha intrapreso un confronto con la Commissione Europea sulle iniziative necessarie.

Il Rapporto sulle due rotte: poca chiarezza sui prezzi
Il trasporto aereo, infatti, è oggetto di una regolamentazione europea che incide, tra l’altro, anche sulla materia della trasparenza e confrontabilità delle relative tariffe. L’Autorità ha pubblicato il Rapporto Preliminare “Algoritmi di prezzo nel trasporto aereo. Passeggeri sulle rotte nazionali da e per la Sicilia e la Sardegna” contenente i principali esiti dell’indagine conoscitiva del 26 novembre scorso. Qui emergono le possibili criticità proprio sui due punti citati. Gli utenti farebbero infatti fatica a confrontare i prezzi dei biglietti e i servizi aggiuntivi sarebbero esposti in un modo che rende meno consapevole il consumatore di come il costo varia a seconda delle sue scelte. Un problema sicuramente rilevante dato che la scelta di posto, bagaglio in cabina, bagaglio da stiva rappresentano un’opzione esercitata da quasi la metà dei viaggiatori, nonché una parte cospicua dei ricavi delle compagnie aeree su quelle tratte. Per l’Autorità una maggiore chiarezza su offerte e prezzi dei servizi opzionali stimolerebbe una mobilità della domanda e quindi incentiverebbe le imprese a competere sul prezzo.

Il nodo algoritmi
Nel trasporto aereo passeggeri per le rotte da e per Sicilia e Sardegna serve maggiore trasparenza anche sugli algoritmi, scrive in una nota l’Antitrust. «Il più importante elemento di preoccupazione concorrenziale evidenziato dalle analisi economiche in materia, sia teoriche che empiriche, – si legge nel Rapporto – riguarda la possibilità che l’utilizzo di algoritmi di prezzo, aumentando la trasparenza nei mercati e la frequenza di reazioni reciproche alle scelte delle imprese, aumenti il rischio di comportamenti collusivi, rendendoli più sostenibili». Oltretutto, questi algoritmi «potrebbero anche essere utilizzati dalle imprese in posizione dominante per realizzare o rendere più efficaci condotte unilaterali di prezzo, quali quelle di discriminazione o di sfruttamento nella forma di prezzi eccessivamente onerosi».
Sull’uso degli algoritmi per definire i prezzi dei biglietti aerei sulle rotte tra la penisola e le due isole anche Assoutenti ha chiesto misure efficaci per prevenire fenomeni speculativi e tutelare le tasche dei viaggiatori. «Da anni denunciamo come le tariffe dei voli, in alcuni periodi dell’anno, come le feste di Natale e i mesi estivi, raggiungano livelli assurdi e del tutto ingiustificati – spiega il presidente Gabriele Melluso –. Servono misure davvero efficaci a tutela degli italiani che si spostano in aereo durante le festività, definendo il perimetro del servizio universale di trasporto aereo, così come avvenuto per bus e treni, limitando il più possibile speculazioni e rialzi ingiustificati delle tariffe».

«Va benissimo avviare un confronto anche a livello europeo, ma urgono misure che a nostro avviso si dovevano attivare mesi fa, dopo l’esito del rapporto preliminare dell’indagine conoscitiva del 26 novembre 2024», commenta invece Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. E sulla problematica legata ai servizi opzionali, Unc aggiunge che si tratta di una pratica «che si poteva subito vietare atteso che, come scritto sempre in quel rapporto, il 50% o oltre dei consumatori lamenta la poca chiarezza sul costo dei singoli oneri e servizi accessori».
Prezzi da voli intercontinentali e più
Le problematiche per i passeggeri delle isole, del resto, non sono una novità e da tempo si specula su tratte come quelle di Catania-Milano o Catania-Roma, che costituiscono il grosso del traffico aereo e dei ricavi delle compagnie nel mercato dei voli nazionali. Secondo Adiconsum Sardegna, che ha monitorato i prezzi sugli scali sardi, anche quest’anno volare sull’isola ad agosto potrebbe costare più di un viaggio intercontinentale. I dati pubblicati il 21 giugno rilevavano, per esempio, sul volo Perugia-Olbia, con partenza il 10 agosto e rientro il 17 agosto, prezzi che vanno da un minimo di 620 a oltre 950 euro a passeggero in base agli orari. Da Bolzano servirebbero almeno 429 per atterrare a Olbia, una destinazione che tocca cifre oltre i 300 euro anche da Napoli e Torino.

L'aumento dei costi nel resto d'Italia
In generale, secondo Codacons, in tutta Italia c’è stato un rialzo fortissimo legato all’avvio delle partenze estive: a giugno in Italia i prezzi dei biglietti dei voli nazionali sono rincarati del +38,1% su base annua e del +32,1% rispetto a maggio. «Il settore del trasporto aereo è caratterizzato poi da un vero e proprio caos sul fronte delle tariffe, con i costi accessori che possono far crescere di molto il prezzo finale del biglietto, fino a oltre il 400% in più rispetto alla tariffa base – denuncia il Codacons –. Basti pensare che nel 2024 la spesa complessiva dei passeggeri a livello mondiale per i servizi accessori (scelta del posto a sedere, trolley in cabina, assicurazioni di viaggio, bagaglio in stiva, pasti a bordo, ecc...) è stata di 148 miliardi di euro, e solo per il bagaglio a mano aggiuntivo da portare a bordo i viaggiatori hanno speso lo scorso anno 10 miliardi di euro a livello europeo».
Il confronto con la Commissione Ue è avviato, ma nel frattempo il nodo rimane, con tutto ciò che ne consegue sia in termini di danni ai consumatori, limiti alla continuità territoriale di tutti coloro che sono originari di Sicilia e Sardegna e rischi di perdite per l’intero comparto turistico italiano.
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