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Lo stupido efficientismo postumano della casa smart

Alfonso Berardinelli venerdì 26 aprile 2024
Prima che a inizio Novecento si scatenasse senza ritegno né scrupoli la retorica futurista come nuova ideologia estetica della macchina, prima di allora i poeti romantici dell’Ottocento, proprio nell’Occidente più industrializzato, erano in sintonia con gli operai di fabbrica che vedevano le macchine come strumenti di dominio, controllo e sfruttamento del lavoro umano. In questo senso, Pasolini è stato l’ultimo poeta romantico indignato contro la grettezza e l’ipocrisia borghesi. È stato l’ultimo poeta violentemente critico delle modernizzazioni sociali. Parlò di “mutazione antropologica” e di “omologazione” di tutta la società a un solo modello umano e culturale: l’Uomo Medio Universale, prodotto dalla borghesizzazione mentale di quello che in passato, per secoli e millenni, era stato il “popolo”. Pasolini non aveva previsto un’altra mutazione antropologica ben più profonda, quella dovuta alla cosiddetta “rivoluzione informatica”, che ha invaso l’intera vita, lavoro e tempo libero, luogo di lavoro e spazio domestico. Dopo decenni e decenni di televisori divenuti “focolare domestico”, ora si sta scatenando una neo-futuristica propaganda dell’automazione in casa nostra, ribattezzata smart home. Cito da un articolo uscito qualche giorno fa su un autorevolissimo quotidiano: «Il connected living è un concetto che negli ultimi anni ha conosciuto una sostanziale evoluzione. Ricordate i primi tentativi di creare un ecosistema di elettrodomestici collegati in Rete e in grado di parlarsi e scambiarsi informazioni fra loro con un hub (il TV, il frigorifero, gli smart speaker, lo smartphone con l’immancabile App) deputato a gestirne in modo centralizzato il funzionamento? Ebbene, quel concetto è stato riscritto con l’Intelligenza Artificiale, una tecnologia sempre più integrata nel cuore di tutti gli apparecchi e che detterà tempi e modi della vita connessa dentro casa (...) la famiglia di elettrodomestici Bespoke AI semplifica la gestione di tutti gli appliance connessi e sfrutta tutti gli schermi touch accessibili per avere una vista in tempo reale di tutti gli elementi smart con la possibilità di gestirne il controllo con un click, in punti diversi della casa». Una tale citazione meritava di essere fatta. Prosa barbaramente info-pubblicitaria come è, andrebbe analizzata parola per parola. Mi fermo perciò alla ripugnanza che ha provocato in me l’idea di una casa così perfettamente e inutilmente postumana. Una casa trasformata in una trappola del più stupido efficientismo. © riproduzione riservata