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ELMO DI MAMBRINO

Gianfranco Ravasi martedì 3 maggio 2005
In mezzo a noi c"è sempre una caterva di incantatori che mutano e scambiano le cose, trasformandole a loro piacimento, secondo che ci vogliano favorire o annientare. Così, questa che a te sembra bacinella da barbiere, a me pare l"elmo di Mambrino e per un altro sarà qualcos"altro ancora.
Cervantes iniziò a scrivere il suo capolavoro, il Don Chisciotte, esattamente 400 anni fa, nel 1605. Abbiamo voluto ricordare anche noi questo anniversario scegliendo una battuta del celebre "hidalgo" della Mancia, rivolta al suo scudiero Sancho Panza. Essa è illuminante non solo perché coglie il cuore dell"avventura fantastica in cui il protagonista si colloca, decollando dalla realtà, ma anche perché definisce un principio che ha infinite applicazioni che possono arrivare sino al relativismo morale. Noi ora fissiamo l"attenzione sugli «incantatori», un genere molto diffuso ai nostri giorni ove la pubblicità è diventata una delle modalità di comunicazione egemone (se non comunichi in modo suadente e affascinante, quasi non esisti).Certo, la realtà di per sé è neutra e dev"essere decifrata e quindi è legittimo e fin necessario mostrarne le qualità, spesso invisibili, come è corretto farne risplendere la bellezza, il valore, la virtù, il pregio. Ma gli «incantatori» riescono a stravolgere la realtà, dedicandosi all"illusionismo e all"inganno. Intendiamoci, un pizzico di miraggio è necessario per vivere, ma guai a pascersi acriticamente di lusinghe, a cedere all"imbroglio, a scambiare la bacinella per l"elmo di Mambrino. D"altronde, l"esercizio della ragione critica è sempre arduo e già Demostene ammoniva «nulla è più facile che illudersi perché l"uomo crede ciò che desidera».