Opinioni

Meglio tacere il peggio 'social'? Serve conoscere per evitare...

Marco Tarquinio mercoledì 31 luglio 2019

Caro direttore,
meglio tacere che dare spazio a cose inopportune come quelle contenute nell’articolo al piede di pagina 7 di ieri, martedì 30 luglio 2019. «Non tutto quello che si pensa va raccontato, non tutto quello che si racconta va scritto, non tutto quella che si scrive va pubblicato»: è la regola aurea di un vero giornalista.

Francesco Zanatta Brescia

Stavolta sono di avviso opposto al suo, caro amico. E non tanto per la citazione che offre, che è certamente un buon consiglio, ma – per quel che vale il mio parere di ormai stagionato addetto ai lavori – non è affatto la regola aurea del giornalista. La regola aurea di noi cronisti è semplicissima: 'Non scrivere il falso, non manipolare, e verifica, verifica, verifica fatti, situazioni e fonti'. L’articolo in questione, dedicato alla canea che ha accompagnato sul web l’assassinio del carabiniere Marco Cerciello Rega, è intitolato «La prof giustizialista, i leoni da tastiera. I social danno la stura al peggior Paese» ed è frutto della penna acuta e della scrittura attenta di Nicoletta Martinelli, che infatti lo sigla. Perché abbiamo proposto, con grande misura peraltro, anche questo approfondimento- denuncia? Perché bisogna che si sappia che cosa sta succedendo nel nostro Paese anche in quella sua parte (virtuale, ma non troppo) che viene chiamata la 'nuova comunicazione di massa'. Solo un po’ di consapevolezza e di sana indignazione fermerà – e io, da uomo di speranza, credo fermamente che accadrà – l’onda melmosa e prepotente che sta inquinando e incarognendo il dibattito pubblico. Certi eccitatori e catalizzatori del peggio 'se li conosci, li eviti'. Sui social e altrove.