Bagliore nei cieli Usa rivelato un fulmine lungo 829 chilometri

Dal Texas orientale a Kansas City: il fenomeno è già da record. Ma da cosa hanno origine questi bagliori? Nascono da una reazione a catena che coinvolge nubi temporalesche, elettroni e molecole
July 30, 2025
Bagliore nei cieli Usa rivelato un fulmine lungo 829 chilometri
NOAA/Unsplash | Un fulmine si "scarica" a terra
Così, con un lampo di lungo 829 chilometri ha conquistato il record del fulmine più lungo finora registrato, superando di 61 chilometri il primato precedente, dell'aprile 2020. Su questo fenomeno osservato negli Stati Uniti ne ha dato comunicazione, sul suo sito, l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), annunciando di aver convalidato il nuovo record mondiale.
A stabilire il record è il Comitato per gli Estremi Meteorologici e Climatici del Wmo, utilizzando i dati satellitari. I risultati sono stati pubblicati sul Bulletin of the American Meteorological Society. Il fulmine, la cui lunghezza è stata misurata con un margine di errore di 8 chilometri, risale all'ottobre 2017, ma non era stato identificato durante l'analisi iniziale della tempesta sempre dello stesso periodo, ma che costituisse un record è emerso solo successivamente. Estendendosi dal Texas orientale fino a Kansas City, il fulmine del 2017 ha coperto una distanza pari a quella che separa Parigi e Venezia. "Un'auto impiegherebbe dalle otto alle nove ore e un aereo di linea almeno 90 minuti per percorrere questa distanza", ha osservato la Wmo, facendo così un paragone di tipo quantitativo tra i due sistemi fisici. "Queste nuove scoperte evidenziano importanti preoccupazioni per la sicurezza pubblica in merito alle nubi elettrificate, che possono produrre lampi in grado di percorrere distanze estremamente grandi, di avere un impatto significativo sul settore dell'aviazione e do innescare incendi boschivi", ha sottolineato Celeste Saulo, segretario generale del Wmo.
"Questo nuovo record dimostra chiaramente l'impareggiabile potenza della natura. Inoltre, la valutazione del Wmo degli estremi ambientali (ad esempio, la distanza record percorsa da questi mega-flash) dimostra i notevoli progressi scientifici compiuti nell'osservazione, nella raccolta di dati e nell'analisi di questi fenomeni. È probabile che esistano valori ancora più estremi e saremo in grado di esaminarli man mano che si accumuleranno ulteriori osservazioni di alta qualità", ha affermato Randall Cerveny, relatore del Wmo per gli estremi meteorologici e climatici. "Pur essendo fonte di meraviglia, i fulmini rappresentano comunque un grave pericolo che causa la morte di molte persone ogni anno in tutto il mondo", ha aggiunto Saulo sottolineando l'importanza di sistemi di allerta precoce. La Wmo ricorda che gli unici luoghi sicuri per sfuggire ai fulmini sono edifici sufficientemente grandi e solidi, dotati di impianti elettrici e idraulici, o all'interno di un veicolo con tetto metallico completamente chiuso.
Ma come nascono i fulmini? Il mistero che ha finora avvolto la loro origine, tuttavia, sembra essere stato risolto. I fulmini nascono da una complessa e potente reazione a catena che coinvolge nubi temporalesche, elettroni e molecole che si trovano nell'aria. Questi "ingredienti" chiave sono stati svelati grazie allo studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research e guidato dall'Università statale della Pennsylvania, che è riuscito a ricostruire l'esatta sequenza di eventi che si verifica nell'atmosfera e che innesca infine un fulmine. Infatti, grazie a modelli matematici che spiegano e confermano le osservazioni fatte finora, i ricercatori coordinati da Victor Pasko hanno scoperto che i forti campi elettrici presenti nelle nubi temporalesche accelerano gli elettroni presenti, prodotti dai raggi cosmici che entrano nell'atmosfera dallo spazio. Questi elettroni si scontrano con molecole come l'azoto e l'ossigeno, producendo raggi X e innescando una valanga di altri elettroni: tutto ciò si traduce, infine, nella produzione di fotoni ad alta energia che generano i fulmini. "I nostri risultati - commenta Pasko - forniscono la prima spiegazione precisa di come si generano i fulmini in natura: collega i punti tra raggi X, campi elettrici e la fisica alla base delle valanghe di elettroni". I dati ottenuti forniscono anche una spiegazione per i cosiddetti "lampi di raggi gamma terrestri", fenomeni scoperti nel 1994 che si verificano soprattutto nelle violente tempeste tropicali nella fascia equatoriale, come ha appurato il satellite Agile dell'Agenzia Spaziale Italiana lanciato nel 2007. "La reazione a catena può verificarsi con intensità estremamente variabile", ha detto ancora Pasko: "Questo spiega perché questi lampi di raggi gamma possono emergere senza essere accompagnati da lampi di luce e di onde radio".

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