sabato 7 dicembre 2024
Quello dedicato alla cattedrale di Parigi è il primo dei grandi modelli architettonici Lego ad avere un luogo di culto come protagonista. E ne segue la fasi di costruzione
l modello Lego dedicato a Notre-Dame

l modello Lego dedicato a Notre-Dame - Lego

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C’è chi non ha avuto bisogno di aspettare il 7 e l’8 dicembre per trovarsi in casa grazie alle dirette tv la cattedrale di Notre-Dame così come l’aveva conosciuta, prima dell’incendio del 2019 che l’aveva devastata. Cultori della più celebre chiesa di Parigi. E soprattutto fan dei mattoncini. I mattoncini della Lego. In tutto 4.383 quelli che compongono il duomo lungo la Senna da costruire sul tavolo. Del resto è un incastro anche il nome dell’azienda che l’ha concepito: Lego, infatti, sta per “ LEg GOdt”, “gioca bene” in danese. Il Paese dove affondano le radici della più conosciuta marca di «costruzioni», come ancora si ama designare familiarmente il gioco che piace ai bambini ma è anche un cult per gli adulti.

Oggetti da collezione che, quando vengono ritirati dai negozi, finiscono per valere qualche migliaio di euro secondo le quotazioni degli appassionati “muratori”. Destino che forse attende la cattedrale francese da assemblare. Il colosso nordeuropeo l’ha lanciata sul mercato il 7 maggio scorso: esattamente sette mesi prima della riapertura solenne di queste ore. Un set, come lo definisce il gruppo fondato nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen, che vuole essere un omaggio all’imponente complesso patrimonio dell’Unesco. E anche un viaggio nella sua storia. Libretto delle istruzioni alla mano, è possibile seguire l’evoluzione architettonica della chiesa, a partire dal 1163, quando era stata posata la prima pietra, passando per il lavoro di riprogettazione dell’architetto Eugène Viollet-le-Duc nel XIX secolo, fino ad arrivare al maestoso aspetto che Notre-Dame aveva quando le fiamme l’hanno avvolta.

«Nel progettare la Lego Architecture Notre-Dame de Paris – ha raccontato il designer della multinazionale danese, Rok Žgalin Kobe – abbiamo cercato di darle vita non solo catturandone l’aspetto esteriore, ma anche il modo e le fasi in cui è stata costruita l’originale. Un percorso per favorirne un’ammirazione più profonda». Il modellino da montare, 22 centimetri di larghezza e 41 di profondità, riproduce elementi autentici come l’abside, i campanili, i rosoni, la guglia centrale. E dettagli che la plastica rende curiosi: gli archi rampanti, le colonne, persino dodici “nanofigure” che sul tetto rappresentano i 12 Apostoli. E ce n’è una rivolta verso l’interno che richiama l’architetto Viollet-le-Duc. Tetto da aprire, come vogliono i più recenti set nobili, per trovarsi immersi fra gli scorci delle navate. Notre-Dame targata Lego è saga e novità al tempo stesso. Saga perché si aggiunge a numerose riproduzioni dei monumenti che celebrano il genio umano: dalla Grande Piramide di Giza al Taj Mahal, dal Colosseo alla Casa Bianca. Novità perché è il primo edificio sacro messo in produzione. Non, certo, il primo costruito. A Milano nel negozio in piazza San Babila la vetrina è stata dominata dal modellino del duomo ambrosiano.

Ma a pullulare sono soprattutto i progetti fai-da-te, secondo la migliore tradizione Lego. Fantasia e mattoncini. È ciò che ha spinto lo statunitense padre Bob Simon, parroco di Nostra Signora della pace a Philadelphia, a replicare la basilica di San Pietro e la piazza con il colonnato di Bernini con 500mila pezzi che ha esposto al Franklin Institute Science Museum quando papa Francesco ha visitato la città nel 2015. O lo studente pugliese Giacinto Consiglio che, conquistato a 17 anni dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze durante una gita scolastica, ha creato un movimento internazionale per racimolare i 20mila mattoncini necessari a realizzarla (e la sua fatica è stata in mostra al Museo dell’Opera del Duomo). O ancora Giorgio Ruffo che ha “scolpito” con 100mila tassellini il duomo di Modena: peso 110 chili. Opifici in plastica... ma a portata di tutti.

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