venerdì 6 maggio 2022
Per l’autore di “Skellig” la fame di storie risale al tempo delle caverne «Raccontando aiutiamo i bambini a diventare se stessi attraverso la meraviglia»
Un gruppo di lettura giovanile a Kigyos, in Ucraina

Un gruppo di lettura giovanile a Kigyos, in Ucraina - Ansa

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La giuria del premio Nonino 2022, presieduta da Antonio Damasio, e composta da Adonis, Suad Amiry, John Banville, Peter Brook, Luca Cendali, Emmanuelle Roy Ladurie, James Lovelock, Claudio Magris, Norman Manea e Edgar Morin ha scelto i vincitori di questa edizione: premio Risit d’Aur all’affido culturale barbatella d’oro, premio internazionale a David Almond premio «maestri del nostro tempo» a Nancy Fraser e Mauro Ceruti. La consegna avverrà alle distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, domani alle ore 11.00. Per informazioni: premio.grappanonino.it. La cerimonia può essere seguita in streaming su grappanonino.it dalle ore 12.15.

Non mi sarei mai aspettato di scrivere per i bambini. Pensavo: sono un adulto istruito, e quindi dovrei scrivere per adulti istruiti. Cosa che ho fatto, o cercato di fare, per diversi anni. Poi sono stato sorpreso da una storia chiamata Skellig. Non appena cominciai a scriverla, sapevo che era la cosa migliore che avessi mai fatto, che era il culmine di tutto quello che era successo prima, e mi resi conto, con mio grande stupore, che era un libro principalmente per bambini. Sentii un impeto di nuova forza e liberazione. Mentre continuavo a scrivere sentivo una nuova audacia emotiva, una libertà artistica. Ero tornato a casa. Cominciai a essere lo scrittore che dovevo essere. Non ho guardato indietro. Sono stato libero di esplorare i molti modi di raccontare storie, di collaborare con importanti artisti, musicisti, registi teatrali, attori. Il mio lavoro ha sede nel mio angolo d’Inghilterra, il Nord Est, la deliziosa cittadina danneggiata di Felling, le grandi spiagge del Nothumberland. Lontano dalle metropoli, il Nord Est è un luogo di confini e di natura selvaggia, di canzoni popolari e di antiche industrie. Un luogo la cui lingua ha un suono e un ritmo caratteristici. Il luogo è stato spesso liquidato come incolto, la sua lingua è stata definita grossolana. Ho scritto su questo bellissimo posto, in questa bellissima lingua, e il mio lavoro è stato pubblicato e rappresentato in tutto il mondo. Finché non ho scritto Skellig, conoscevo poco il mondo dei libri per bambini. Co- me il mio Nord Est dell’Inghilterra, è un luogo che molti tentano di emarginare, di liquidare, di trattare con condiscendenza. Ma questo è un luogo di creatività e sperimentazione. È popolato da persone che credono davvero che l’arte e i libri possano contribuire a creare un mondo migliore, e che si impegnano per fare in modo che questo sogno si realizzi. Non credete al cinico sproloquio che i bambini non leggono più, che non sono interessati alle storie. Sono lettori potenti e reattivi. Leggono con il loro corpo e la loro anima, non solo con il cervello. Sono artisti naturali. Crescere è di per sé un processo artistico. Ogni bambino trasforma il suono in parole e canzoni. Ogni bambino trasforma il movimento in danza. Ogni bambino crea i segni dell’arte. Le storie per bambini sono il cuore della nostra cultura. Se potessimo ascoltare il mondo al tramonto, cosa sentiremmo sotto ogni cosa? Tenere voci di adulti, in tutto il mondo, che parlano e cantano e sussurrano in tutte le lingue, raccontando storie ai loro bambini. Ascolta. C’era una volta... Lascia che ti racconti quando... E i bambini ascoltano, e sospirano, e ridono, e crescono. Riconoscono i ritmi della narrazione, i movimenti fisici, ancor prima di capire le parole stesse. Queste cose sono state tramandate nel tempo, da quando ci cantavamo storie nelle antiche caverne. Sono nel nostro sangue, nelle ossa e nel respiro. Le storie restringono il tempo, avvicinano le generazioni, tengono vivo il passato, ci proiettano nel futuro. Ted Hughes diceva che ogni nuovo bambino è la possibilità della natura di correggere l’errore della cultura. Dio sa che ci sono abbastanza errori di questo tipo in giro per il mondo oggi. È un mondo di cui noi adulti possiamo stancarci. Possiamo diventare cinici e annoiati. Ci dimentichiamo di guardare le meraviglie del mondo e di essere stupiti dai suoi misteri. Ma per ogni nuovo bambino, questo mondo è nuovo di zecca. Ogni bambino ci offre la possibilità di guardare di nuovo, di vedere di nuovo. Ogni bambino offre la possibilità di crescere e cambiare. L’atto di scrivere è di per sé infantile. Occupa il corpo così come il cervello. È un atto fisico. Lo scrittore per i giovani non può essere coinvolto in una semplice esposizione. Non c’è spazio per la vanagloria o il cinismo, per semplici messaggi o istruzioni spurie. Lo scrittore cerca di intrattenere, di dare piacere, come fanno tutti gli scrittori, di toccare la mente, il cuore, l’anima dei lettori. Lo scrittore cerca di far volare e danzare l’immaginazione. Lo scrittore non dice: “Guarda come sono intelligente e realizzato”. Lo scrittore suggerisce al lettore: “Guarda quanto sei meraviglioso. Sì, anche tu potresti fare queste cose”. Qualche tempo fa mi è stata posta una domanda diretta: Qual è lo scopo del tuo lavoro? Ho alzato le spalle. Ho iniziato a parlare dell’avventura artistica, della ricerca, della bellezza dell’atto dello scrivere. Ma mi sono fermato. Questa non era tutta la verità. Il mio scopo, ho capito, è quello di liberare. Aiutare i bambini a diventare veramente se stessi, ad avere un senso di meraviglia per la propria umanità, la propria possibilità. È aiutare i bambini a trascendere le visioni ristrette che spesso vengono loro offerte da alcuni dei nostri cosiddetti leader, a liberarsi da modi antiquati di pensare e di comportarsi, a liberarli dagli ottusi distruttori che circondano tutti noi. Distruttori ottusi che possono sembrare adulti, ma che si sono lasciati il bambino alle spalle. Non hanno un bambino dentro di sé, o se lo hanno, è una cosa segreta e nascosta che piange nell’angolo più buio dell’anima. Cassiodoro diceva, parlando dei creatori di manoscritti medievali, che ogni parola scritta è una ferita sul corpo di Satana. Io non credo in Satana, ma ci sono forze e persone che cercano di controllare, di irreggimentare, di confinare il bambino. Ogni parola scritta, ogni storia, specialmente le parole scritte per i giovani, sono un atto di speranza e di ottimismo, una mossa contro quelle forze di distruzione. Dobbiamo continuare a scrivere e cantare e sussurrare le parole, a mantenere vivi i racconti antichi e nuovi. Dobbiamo sostenere la speranza e l’ottimismo in un mondo spesso terribile. Dobbiamo essere ispirati dai nostri bambini. Come loro dobbiamo essere piccoli e coraggiosi, dobbiamo crescere in bellezza e forza. Dobbiamo contribuire a mantenere vivo questo mondo.

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