martedì 21 dicembre 2021
Fino al 3 aprile il Polittico del Battistero, capolavoro del Trecento, è esposto nel Salone dei Vescovi di Padova. La mostra “Giusto da vicino” porta all'interno della storia e dei segreti dell'opera
Giusto de' Menabuoi, Polittico, Battistero della cattedrale, Padova

Giusto de' Menabuoi, Polittico, Battistero della cattedrale, Padova - Mauro Magliani

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Per tre mesi, da oggi al 3 aprile 2022, al termine di un importante restauro è possibile ammirare da distanza ravvicinata il polittico realizzato da Giusto de' Menabuoi per il battistero di Padova. L'opera trecentesca è esposta nel Salone dei vescovi di palazzo Vescovile nella mostra "GIUSTO da vicino".

L'opera fu commissionata a Giusto de’ Menabuoi, il “pittore fiorentino” (così veniva chiamato nel Trecento) da Fina Buzzacarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, signore di Padova, insieme alla decorazione ad affresco del Battistero del Duomo, eletto a mausoleo familiare - Battistero che dallo scorso luglio insieme agli altri cicli affrescati della città sono stati riconosciuti patrimonio dell'umanità dell'Unesco all'interno del sito Padova Urbs Picta.

Il polittico venne realizzato da Giusto de’ Menabuoi e dalla sua bottega con molta probabilità in contemporanea con gli affreschi del Battistero (1375-1378) e raffigura su più ordini la Madonna con il Bambino in trono, storie della vita di san Giovanni Battista (che rappresentano il tema centrale), storie della vita di Cristo, dottori della Chiesa e santi.

Giusto de' Menabuoi, Visione di Zaccaria, dal Polittico del Battistero della cattedrale, Padova

Giusto de' Menabuoi, Visione di Zaccaria, dal Polittico del Battistero della cattedrale, Padova - Mauro Magliani

Lo scorso anno è stato rimosso dall’altare del Battistero e portato nel vicino Museo diocesano per un intervento di restauro conservativo, realizzato tra maggio 2020 e l’estate 2021 e sostenuto da Intesa Sanpaolo nell’ambito della XIX edizione del programma Restituzioni. L’intervento è stato eseguito da Francesca Faleschini su progetto di Francesca Faleschini e Valentina Piovan, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso.

L’esposizione permette ora di osservare in maniera ravvicinata la ricchezza cromatica e la peculiarità della tecnica utilizzata dall'artista. Il restauro ha permesso di spingere lo sguardo all’interno dei segreti di una bottega d’arte trecentesca, di distinguere il modus operandi che vede professionalità ad alto livello collaborare per l’elaborazione di un manufatto complesso e di straordinario valore.

Giusto de' Menabuoi, Battesimo di Cristo, dal Polittico del Battistero della cattedrale, Padova

Giusto de' Menabuoi, Battesimo di Cristo, dal Polittico del Battistero della cattedrale, Padova - Mauro Magliani

Il restauro ha dato la possibilità di comprendere la struttura portante originaria, nonostante la perdita di alcuni elementi della cornice decorativa a causa di un furto avvenuto la notte del 18 maggio 1972: l’opera venne ritrovata dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Padova il 23 maggio successivo, scomposta in dieci parti; non vennero però mai recuperate le cornici del registro centrale e le parti sommitali.

Un momento del restauro della predella del Polittico del Battistero di Padova, opera di Giusto de' Menabuoi

Un momento del restauro della predella del Polittico del Battistero di Padova, opera di Giusto de' Menabuoi - Mauro Magliani

Il polittico destinato all’altare consacrato a san Giovanni Battista riassume i contenuti del ciclo affrescato sulle pareti e sulla volta del Battistero-mausoleo: mediante il battesimo (nella cuspide del polittico) si è liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventando parte della grande famiglia della Chiesa corpo di Cristo, qui rappresentata dalla Vergine Maria con in grembo il bambino Gesù (pannello centrale ai cui lati si trovano le storie di Giovanni Battista), insieme ai santi (pontefici, padri della Chiesa, santi e beati padovani, raffigurati nel registro superiore, nella predella e nella cornice.

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