mercoledì 7 agosto 2019
Si tratta di documenti recuperati tra Svizzera, Germania e Israele al termine di una lunga battaglia legale. Tra i fogli l'originale della Lettera al padre e un quaderno di studio della lingua ebraica
Alcune pagine manoscritte di Franz Kafka presentati alla Israels National Library. I documenti sono arrivati in Israele dopo una lunga battaglia legale (Ansa/AP Photo/Sebastian Scheiner)

Alcune pagine manoscritte di Franz Kafka presentati alla Israels National Library. I documenti sono arrivati in Israele dopo una lunga battaglia legale (Ansa/AP Photo/Sebastian Scheiner)

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Ci sono diversi inediti, in parte scritti in ebraico, e il manoscritto della Lettera al padre tra le centinaia di documenti di Franz Kafka presentati oggi dalla Biblioteca nazionale israeliana. Quaderni con compiti in lingua ebraica, lettere, diari di viaggio, bozze di racconti e anche schizzi e caricature che dimostrano un’innata dote grafica dello scrittore.

La Biblioteca ne è venuta in possesso di recente a conclusione di una lunga battaglia legale, iniziata nel 2007 a Tel Aviv alla morte di Esther Hoffe, erede di Max Brod. Una vicenda lunga un decennio, passata per la Corte Suprema di Gerusalemme (con il giudice Elyakim Rubinstein che stabilì che l’eredità di Kafka fosse ebraica, al termine di un dibattimento dall’immensa portata simbolica sul fatto se lo scrittore “appartenesse” al mondo tedesco, lingua in cui scriveva, o ebraico) e ramificatasi infine in Germania e in Svizzera ma anche in abitazione private israeliane. «Se quei documenti non fossero giunti a Gerusalemme – ha affermato il presidente della Biblioteca, David Blumberg – c’era il rischio che si sarebbero volatilizzati per sempre», dispersi nel mercato internazionale.

I documenti sono parte di quelli consegnati da Kafka all’amico Max Brod, con l’incarico di bruciarli una volta morto. Brod, come è noto, non obbedì e nel 1939 li portò con sé a Tel Aviv fuggendo da una Praga in preda ai nazisti. Ma la storia delle pagina autografe di Kafka è una sorta di catena di tradimenti. Il testamento di Brod, che rendeva Esther sua erede universale, prevedeva infatti una clausola tale per cui avrebbe dovuto depositare il materiale o nella Biblioteca nazionale di Israele, o nella Libreria municipale di Tel Aviv. Cosa che Esther non fece, anzi nel 1988 vendette il manoscritto del Processo per poco meno di due milioni di dollari all’Archivio della letteratura tedesca a Marbach am Neckar.

Dai documenti recuperati, molti dei quali dal caveau svizzero, e presentati a Gerusalemme emergono nuove informazioni sul lavoro di Kafka. Ci sono ad esempio tre versioni del racconto Preparativi di nozze in campagna: steso inizialmente su 58 pagine, fu condensato nella terza versione in sole cinque. C’è anche l’originale della celebre Lettera al padre (sula cui presenza in una banca di Zurigo erano emerse voci nel 2009), battuta a macchina e completata nell'ultimo foglio a mano: considerata uno dei capolavori del Novecento. non giunse mai al destinatario. Fra gli altri documenti il diario di viaggio di una visita a Parigi compiuta da Kafka e Brod nel 1911.

Del tutto sconosciuto era infine il quaderno di studio della lingua ebraica. In uno degli esercizi – affidatogli dalla maestra Pua Ben-Tovim, una ebrea nata in Palestina e che si trovava a Praga per ragioni di studio – descrive lo sciopero degli insegnanti di Gerusalemme del 1922. Kafka, che aveva iniziato a studiare l’ebraico nel 1917, probabilmente scrisse il testo poco prima di morire di tubercolosi in Svizzera nel 1924, a 41 anni.

«Dopo avere visto materiali tra cui il quaderno e le lettere ebraiche di Kafka sul sionismo e l’ebraismo, ora è più chiaro che mai che la Biblioteca Nazionale di Gerusalemme sia la dimora legittima dei documenti di Kafka» ha detto Blumberg. Dopo il restauro i documenti saranno digitalizzati e messi a disposizione sul web.

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