domenica 21 gennaio 2018
Ad Assisi un gruppo di amici che fanno i mestieri più svariati dal 2007 ha prodotto e realizzato quattro docufilm dedicati ai primi compagni di strada del Poverello
In uscita il docufilm “San Francesco e frate Elia”

In uscita il docufilm “San Francesco e frate Elia”

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Storia di un piccolo miracolo di volontariato culturale e cinematografico: l’abbiamo appena scoperta ad Assisi. Incipit: dieci anni sulle orme sante di Francesco. Nel silenzio di una notte stellata e assisiate del 2007, l’ispiratore Fabrizio Benincampi, Marco Mattia, Alessandro Chiavini e Fulvia Angeletti ragionavano appassionatamente assieme, da adepti della neonata confraternita, l’associazione culturale Laurus, sul «come raccontare degnamente e nel rispetto della “vera storia” la figura del loro amato e illustre concittadino Francesco». Un progetto culturale che per Fulvia andava nella direzione del Piccolo Teatro degli Instabili, un gioiellino da cento posti, a poca distanza dalla basilica di San Francesco, “risorto” nel 2002 per volontà di suo padre Carlo Angeletti, anima e animatore di questa Assisi del terzo millennio, laica eppure profondamente francescana. Marco, tornato a casa, dopo anni di nomadismo manageriale tra Londra e Mumbai, avvertì forte l’urgenza di riappropriarsi delle proprie radici. «E quindi, pensai, quale sentiero migliore da percorrere se non quello della vicenda terrena del Poverello?». Laurus si è mossa per le strade silenziose e i vicoli medioevali di Assisi, un po’ come ottocento anni fa fece Francesco, figlio del mercante di stoffe Pietro Bernardone e di Madonna Pica, quando decise di sposare “Madonna Povertà”. Iniziò a chiamare a sé gli amici di una gioventù fino ad allora spensierata e mondana, per intraprendere quel cammino sul quale ora, idealmente, si sono posti Marco, Fabrizio, Fulvia e gli altri compagni da autentici cineasti indipendenti. «Abbiamo cominciato con riunioni carbonare a casa di uno o dell’altro, a discutere fino all’alba sui testi e le fonti storiche, sulla figura autentica ed essenziale di Francesco da trasporre in una sceneggiatura che poi prendesse forma nei volti e le immagini dei nostri film», spiega Fabrizio che cura i soggetti e la regia. «Ma quello che ci interessava principalmente – interviene Marco – era riscoprire la figura di Francesco, mettendo al centro della narrazione l’esperienza umana e spirituale di coloro che gli erano stati a fianco fin dagli inizi». Obiettivo dichiarato di Laurus: porre in primo piano i profili degli amici di Francesco e farlo attraverso la creatività filmica inserita in un progetto culturale che va sotto l’egida di La nascita del francescanesimo, ovvero «dalla nascita della prima fraternità francescana alla piena diffusione dell’ordine».

Così, sfruttando il set naturale di Assisi, hanno messo insieme le varie maestranze e creato una piccola cinecittà artigianale che si è mossa dal centro storico ai boschi e ai prati tra l’eremo delle Carceri e il monte Subasio. Faro acceso, piano sequenza e ciac nelle pause pranzo o cena dopo il lavoro, passando dalla cattedrale di San Rufino e la basilica di San Francesco, fino alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli: lì dove il santo morì, a 44 anni, il 3 ottobre 1226. Laurus sul piccolo e grande schermo ha fatto la sua prima apparizione nel 2009 con il docufilm San Francesco e frate Bernardo. «Siamo partiti dal primo seguace di Francesco (nella serie ha sempre il volto di Raffaele Ottolenghi), Bernardo di Quintavalle (interpretato da Andrea Cagliesi), nato ad Assisi nel 1170, nobile, e come il santo appartenente a una famiglia della ricca borghesia», spiegano i ragazzi di Laurus. «Bernardo fu il primo fratello che mi diede il Signore e fu quello che da principio iniziò e adempì, nella maniera più completa, la perfezione del Santo Evangelo... questo dice Francesco», ricorda nel docufilm il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, Domenico Sorrentino. «Ogni nostro film si avvale di parti recitate con scene da fiction e parti reali che si avvalgono di interviste ad alti prelati, medioevisti, storici dell’arte e i più grandi esperti del francescanesimo», sottolinea Fabrizio mentre passa in rassegna i dvd della serie, prodotti a cadenza biennale, San Francesco e frate Leone (2011, con Michele Mietto nei panni di Leone) San Francesco e santa Chiara (2013, che dedica particolare attenzione ad Agnese, la sorella di Chiara – nel film Chiara Scilipoti), fino al quarto e ultimo capitolo in uscita questi giorni: San Francesco e frate Elia, scritto e diretto come sempre da Fabrizio Benincampi. «Le uscite sono regolate da ragioni finanziarie. All’inizio ognuno di noi ci ha messo del proprio, anche economicamente: Fabrizio, per esempio, ha venduto la moto per vedere realizzato il film su frate Bernardo», racconta sorridendo Marco. «Ogni nostra produzione – finora tirate oltre diecimila copie, distribuite dalla San Paolo e richiedibili al sito laurusproduzioni.it – nonostante il supporto di tanti che si sono appassionati al progetto, necessita comunque di 25-30mila euro di investimenti – interviene Fabrizio – e il lavoro più arduo è sempre quello di reperire le risorse».

Se Nanni Moretti poteva dire e girare Io sono un autarchico, il cast al completo di Laurus va un passo oltre l’autarchia. «Tranne Valerio Amoruso (volto e voce di frate Elia), gli altri attori che abbiamo scelto in questi anni per vivere sono costretti a fare altri mestieri. Poi ci sono professionisti di provata esperienza come Ivan Caso, romano, di una generosità che è andata ben oltre il suo ruolo al mix audio; o come Leonardo Mirabilia, che cura la fotografia, e Massimiliano Dragoni, che si occupa della ricerca musicale seguendo puntigliosamente la filologia medioevale». Sceneggiature e scenografie vengono realizzate in completa sinergia dal gruppo di lavoro. «Così come i costumi che devono essere riproduzioni fedeli degli abiti indossati dalla popolazione dell’Assisi del ’200. Un po’ tutti disegniamo i modelli di scena, ma poi sono il bibliofilo Alessandro Chiavini e sua moglie Luisa Rossi che passano le serate a tagliare e cucire abiti che adesso ci chiedono in prestito anche altre produzioni importanti». Ma fare cinema sulle orme sante di Francesco non è mai diventato un business per l’allegra brigata di Laurus. Questa troupe amicale che si muove leggendo i Fioretti, laudando e credendo nella «provvidenza che è quella che ci fa ancora portare avanti il nostro sogno », dopoSan Francesco e frate Elia( cooprodotto dal network americano Ewtn) ha in mente la realizzazione del “Film”. «Ci piacerebbe realizzare un lungometraggio in cui raccontare la storia di Francesco giovane prima della conversione», spiega entusiasta Fabrizio. «Scavare a fondo, abbattere le sviste d’autore e i tanti luoghi comuni che si sono addensati nel tempo sulla storia del francescanesimo e sui compagni spirituali di Francesco è stata e sarà ancora la nostra missione», sottolinea Marco. Una missione che ha avuto anche largo consenso presso il pubblico internazionale, come dimostrano i doppiaggi e le traduzioni dei testi allegati ai dvd, in inglese e spagnolo ( San Francesco e santa Chiara è doppiato e tradotto anche in tedesco e portoghese).

Un successo vissuto con lo spirito di sempre, umile, «francescano appunto», e con un occhio di riguardo a chi, in primis ad Assisi, ha bisogno dell’aiuto di Laurus. «La nostra associazione con i ricavati delle vendite dei dvd sostiene da sempre il Serafico, l’Istituto per sordomuti e ciechi che dal 1871 si occupa di bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali », dice con orgoglio Fabrizio da vent’anni ci lavora come educatore. Il tempo in cui non è al Serafico, Fabrizio lo passa a leggere e ad approfondire ancora le biografie del santo e a scrivere con Marco e gli altri che, in perfetta sintonia con Hermann Hesse, pensano: «Se san Francesco fosse noto solo per le sue stimmate e non per la sua meravigliosa vita, egli non significherebbe nulla per me».

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