giovedì 19 marzo 2020
In Uzbekistan si continua a giocare come se niente fosse e Higuain mentre la Juventus è in quarantena è volato via su un jet privato
Tagli di stipendio, fughe e paure ai tempi del coronavirus. La crisi del calcio
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Il calcio al tempo del Coronavirus è un pallone che fa strani rimbalzi, in Europa e ormai in tutto il mondo. C’è chi come in Uzbekistan continua a giocare come se non ci fosse un domani e chi invece ha capito che è tempo di «stare a casa» e di fermarsi.

In barba al pastore dell’effetto gregge, il premier Johnson, la federazione del calcio inglese ha bloccato la Premier e tutti i campionati (maschili e femminili) del Regno Unito fino al 30 aprile.

Gli americani del “negazionista” della prima ora, Trump, dopo aver sospeso tutti gli sport nazionali, Nba in primis, cancella anche le partite del soccer fino al 10 maggio. La Major League Soccer, il massimo campionato di calcio degli Stati Uniti slitta dunque di un altro mese, mentre fino a qualche giorno fa si pensava a una ripresa entro l’11 aprile.

Non si sa quando riprenderà il campionato in Ungheria ma intanto mister Giuseppe Sannino (intervistato da “Avvenire” nei giorni scorsi CLICCA QUI) non è più “ostaggio” a Budapest. Il tecnico varesino - passato sui social come l’untore già alla fine di febbraio dopo che era rientrato in Ungheria dall’Italia - ieri ha rescisso con i dirigenti della Honved, club dove gioca ancora l’attaccante scuola Juve, il 33enne Davide Lanzafame (11 gol realizzati finora) e questa mattina con un volo tornerà in Italia.

Vola via da Torino per tornare a casa, in Argentina, anche il “Pipita” Gonzalo Higuaìn. Mentre la Juventus è in quarantena per i due casi trovati positivi al Covid-19, i bianconeri Rugani e Matuidi, l’attaccante argentino (negativo al test) si è presentato all’aeroporto di Caselle per volare con un jet privato ufficialmente per recarsi dalla madre malata.

Tutto il calcio è ormai contagiato dalla paura di ammalarsi e anche dalla psicosi del crac finanziario, forse inevitabile dopo questo stop forzato e prolungato dei campionati.

In Francia il Lione, avversario di Champions della Juventus (devono disputare il ritorno degli ottavi in data da destinarsi) ha messo i suoi calciatori, lo staff tecnico e tutti i dipendenti del club in stato di disoccupazione garantendo a tutti il 70% lordo dei salari. Una decisione drastica ma necessaria onde evitare la bancarotta quella del taglio del monte stipendi, già avviata in Ligue 1 dall’Amiens, il Montpellier e il Nimes.

In Svizzera al Sion 9 giocatori hanno preso malissimo il taglio che aveva deliberato il presidente del club elvetico Christian Constantin che dinanzi ai “dissidenti” non ci ha pensato su un attimo e li ha licenziati tutti. Tra i 9 anche qualche vecchia conoscenza del calcio italiano come l’ex Roma Doumbia e l’ex Palermo Kasami.

Tempi durissimi, anche per il dorato mondo del pallone. Ma intanto la Roma ha donato 13mila mascherine agli ospedali della capitale. E anche l'Inter ha fato donazioni importanti. E non sono le uniche società sportive.

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