Roma 1300: il primo Giubileo è nato dal basso

I pellegrini del 1300 camminando verso Roma cercavano di liberare le energie mentali necessarie per affrontare le difficoltà e fare i conti con le proprie debolezze
September 19, 2025
Roma 1300: il primo Giubileo è nato dal basso
WikiCommons | Pellegrini medievali in una miniatura
Nell’ambito del Roma Storia Festival, la rassegna che si concluderà domani ideata dagli Editori Laterza e che si svolge tra piazza di Pietra, Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano e l’Aula del Consiglio della Camera di Commerci, la Lezione magistrale di Giuseppina Muzzarelli (già docente di Storia medievale, Storia della città e Storia del patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna) La città dei pellegrini: il primo Giubileo avrà luogo oggi alle 15 presso la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano. Il tema di questa quarta edizione del Roma Storia Festival è “Il racconto di Roma”.
Il primo gennaio dell’anno 1300 un numero crescente di persone si incamminò sul far della sera verso San Pietro: in un brusio crescente si formò un movimento dal basso che si dirigeva verso la Basilica. Erano uomini e donne animati dalla speranza di ottenere un vantaggio, di “lucrare” qualche bene spirituale, il perdono dei peccati.
Arrivati sul posto, la tensione, le grida e l’entusiasmo aumentarono. I romani chiedevano al Papa di elargire un’indulgenza plenaria e quel movimento spontaneo darà origine al primo Giubileo della Storia.
Bonifacio VIII appare inizialmente un po’ in disparte in questa manifestazione devozionale, ma registra la richiesta e decide di far indagare sui precedenti storici, insomma cerca di capire il da farsi. Poi abbraccia l’idea e se ne appropria con la processione della Veronica del 17 gennaio (il lenzuolo con le tracce del volto di Cristo sarà esposto ogni venerdì per tutto l’anno giubilare). Va detto che al tempo questa reliquia godeva di una venerazione persino superiore a quella riservata al corpo di Pietro sulla cui tomba era stata edificata la omonima Basilica.
A un mese da quel moto dal basso, dal rumore, dall’inquietudine che generava tensione e attese si arriva alla formalizzazione delle aspettative. A febbraio la Bolla pontificia formalizza quello che evidentemente era un “lavorio” già in corso da tempo. Come spiegare altrimenti l’arrivo di pellegrini già dai primi mesi dell’anno come attestano le fonti? Se la voce si fosse diffusa solo dopo l’annuncio ufficiale, i primi arrivi ci sarebbero stati in primavera. Invece, fin dall’inverno, frotte di fedeli raggiunsero Roma.
Il fenomeno del pellegrinaggio non era certo nuovo per l’epoca, ben prima del 1300 molti si mettevano in cammino, volontariamente o per penitenza imposta, diretti verso i luoghi santi della cristianità: Gerusalemme, Roma, Santiago di Compostela. Camminavano per mesi, convinti che avrebbero ricevuto il perdono dei loro peccati (ma anche dei reati) e che sarebbero rinati attraverso quel sacrificio, camminando appunto, mettendosi in gioco per salvare il proprio corpo, quello che aveva peccato.
Nuova era invece la denominazione “Giubileo”, derivata dal Levitico (il terzo dei primi 5 libri dell’Antico Testamento) là dove si parla di un anno santo annunciato da una tromba speciale chiamata “yobel”. La peculiarità dell’anno giubilare del 1300 consisteva nell’ottenere la piena remissione dei peccati visitando più e più volte le basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le Mura. La Bolla ufficializza l’anno giubilare e le relative indulgenze e dalla primavera l’accorrere dei pellegrini da ogni dove aumenta consistentemente: una fiumana infinita che affronta disagi, pericoli e spese per assicurarsi la salvezza camminando.
Se il pellegrinaggio penitenziale rappresentava una delle forme di remissione delle colpe previste dalla Chiesa medievale, allo scoccare del nuovo secolo assunse un significato particolare e servì anche a esorcizzare le paure legate all’anno “con due zeri”.
A realizzare l’iniziativa del Giubileo contribuì la convergenza tra la spinta popolare (molti premevano per una speciale remissione dei peccati) e la volontà di Bonifacio VIII di affermare il primato di Roma, sede ufficiale dell’ortodossia, nell’ambito di un processo teocratico iniziato con Gregorio VII e con la lotta delle investiture. Domanda di speranza e desiderio di potenza si fusero in un evento senza precedenti.
I pellegrini venivano da tutt’Italia, dall’Ungheria, dalla Germania: persone comuni e personaggi illustri, donne e uomini, in un fenomeno di massa eccezionale.
Folle talmente numerose da far pensare al passaggio di un esercito. Molti dovettero accamparsi anche fuori dalle mura di Roma creando una pressione immensa sulla città. Ma Roma resse l’urto e si trasformò, le locande rimasero aperte ininterrottamente, dimostrando una capacità di accoglienza straordinaria soprattutto nei mesi estivi e in prossimità del Natale.
La città guadagnò in fama e in ricchezza, mentre la Chiesa acquisì prestigio, entrate economiche e fiducia nella propria capacità di offrire salvezza.
Dante stesso, nella Vita Nova, parla dei pellegrini che accorrevano a Roma per vedere “la veneratissima Veronica”, testimoniando come l’evento avesse colpito l’immaginario dei contemporanei.
Il Giubileo del 1300 fu forse uno degli ultimi episodi di palingenesi collettiva medievale, rappresentò l’avvio di quello che oggi chiamiamo “turismo religioso” e consegnò ai singoli il senso della necessità di sacrificarsi per la salvezza, del valore dell’azione personale e collettiva, dell’importanza del mettersi in cammino.
Come suggerisce il libro L’arte di camminare. Per fare ordine nella propria vita, dal coinvolgimento di corpo, mente e spirito insito nel camminare deriva una sorta di metamorfosi e in definitiva un vantaggio per l’individuo, una svolta o anche solo una sosta: una sosta camminando, un paradosso, anzi un ossimoro.
I pellegrini del 1300 lo sapevano istintivamente: camminando verso Roma cercavano di liberare non le endorfine - come oggi sappiamo accadere scientificamente - ma le energie mentali necessarie per affrontare le difficoltà e fare i conti con le proprie debolezze. Valeva allora, vale ancora.

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