Ritorno alla Ferme Saint Siméon, sulle tracce degli impressionisti
Restaurato di recente, il luogo simbolo di Honfleur dove si fermò a lungo Monet e che è stato ritratto in tanti dipinti torna ora ad attirare gli artisti di tutto il mondo

In Francia, sono passati 150 anni dalla prima mostra impressionista, ma la radiazione innovativa di fondo di quella svolta nella storia della pittura non sembra essersi affatto spenta. Negli ultimi anni, in particolare, è in Normandia che sono stati organizzati eventi di rilievo per rendere conto anche dello speciale rapporto degli impressionisti con la luce e con il paesaggio: quel particolare dono anche per spingere il pubblico ad interrogarsi sul valore di ogni nota sensibile giunta a contatto con la vista.
Fra i luoghi di mare rimasti nella storia grazie alla magia degli impressionisti, il porto di Honfleur, sull’estuario della Senna, continua ad annoverare ammiratori in tutto il mondo. Tanto che la principale collezione di opere d’arte dedicate alla stazione marittima si trova addirittura in Giappone.
Negli ultimi anni, proprio questo successo su scala internazionale ha spinto le autorità locali ad investire per attirare anche una nuova generazione di artisti a Honfleur. Fra i luoghi del litorale di recente restaurati con cura, spicca la Ferme Saint Siméon, una dimora storica che accolse pittori come Claude Monet, Jean-Baptiste Corot e Gustave Courbet, ma anche scrittori in cerca d’ispirazione di fronte all’alba dell’estuario, come un certo Charles Baudelaire. Ciò che alla base era una semplice fattoria, divenne, sotto gli auspici di una sorta di locandiera-musa, Mère Toutain, un rifugio e un luogo di ritrovo quasi obbligato per grandi creativi innovatori. Inevitabilmente, tutti finirono per dipingere scorci della Ferme, divenuta così quasi un topos nella storia della pittura.
Per degli artisti contemporanei, essere accolti nello stesso edificio non è dunque un’esperienza da poco. Dopo il restauro, a inaugurare le danze è stato il pittore 39enne francese Julien des Monstiers, considerato da molti critici come un virtuoso e grande sperimentatore della pittura a olio. L’artista ha preso dunque la scia di Monet, che passò sul posto un anno, attorno al 1866, scrivendo della Ferme in toni quasi ditirambici: «Ogni giorno, vi scopro cose ancora più belle, divento quasi matto, talmente ho voglia di fare di tutto, la testa entra quasi in fusione».
In questa scia, la Ferme Saint Siméon sarà a breve pure uno dei luoghi chiave delle vicine celebrazioni per i 100 anni dalla morte di Monet, nel quadro anche del festival Normandia Impressionista. Per gli appassionati della rivoluzione pittorica che cambiò il senso della luce e del colore su tela, un appuntamento in vista molto all’insegna in particolare delle nozze fra arte e paesaggio. Quanto al mito impressionista, sono ormai in molti a scommettere che proprio non tramonterà.
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