L'11 aprile Gutenberg racconta un'altra Ucraina
Non solo il boato dei missili: tre anni di conflitto hanno acceso una luce anche su un'altra Ucraina e su una cultura ricca, originale, repressa per secoli e poi capace di fiorire con l’indipenden

Non solo il boato dei missili: tre anni di conflitto hanno acceso una luce sul Paese sia come entità statale sia come identità e coscienza nazionale. Ha finalmente trovato attenzione un cultura ricca, originale, repressa per secoli e poi capace di fiorire con l’indipendenza: dalla musica alle scienze, dalla pittura alla cinematografia. "Gutenberg", l'inserto culturale di "Avvenire", venerdì 11 aprile si apre con l'intervista di Giacomo Gambassi al compositore Jevhen Stankovyč: «Offriamo un peculiare contributo alla vita spirituale dell’umanità - spiega -. Anche con l’arte e con la musica: la musica, le parole, le azioni che conquistano i palcoscenici sono un’ancora di salvezza spirituale per la nazione».

La matematica Maryna V’’jazovs’ka, intervistata da Daniele Zappalà, sottolinea che «la forza della matematica nel nostro continente, nel solco di una lunga tradizione che attinge alle scuole nazionali, è una potente ispirazione per i più giovani». Proprio in Ucraina, insomma, si constata come l'Europa delle scienze sia già unita: e lo testimonia anche il celebre dipartimento di Fisica di Kharkhiv intitolato a Landau, raccontato da Davide Re. Lugi Marsiglia ci guida attraverso l'arte del Novecento ucraino, declinata soprattutto al femminile, Mario Nicoliello ci fa scoprire i segreti dei sorprendenti successi dello sport paralimpico ucraino e Alessandra De Luca analizza la cinematografia contemporanea, tra narrazione del conflitto e ricerca di briciole di quotidiana normalità.
La sezione Percorsi propone una riflessione di Simone Paliaga sulla necessità della conoscenza geografica per comprendere il complesso mondo attuale, a partire dai nuovi libri di Mauro Varotto e Franco Farinelli; Massimo Onofri recensisce poi M. La fine e il principio, l'ultimo capitolo dell'opera di Antonio Scurati dedicata a Mussolini, in dialogo con la favola triste scritta da Elisa Ruotolo e ambientata nella Germania nazista. Gli ultimi due percorsi portano al santuario della Verna, tra le memorie letterarie di Dino Campana e le nuove iniziative di digitalizzazione e valorizzazione, e nella Roma dei Farnese, protagonista della mostra ai Musei Capitolini e sullo sfondo della monumentale opera storica di Alfano e Tomasi e delle composizioni di Giovanni Pierluigi da Palestrina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






