Addio portalettere: in Danimarca è l'oblio di un mondo

Il servizio postale statale di Copenaghen dal 2026 non consegnerà più lettere ma solo pacchi
November 3, 2025
Addio portalettere: in Danimarca è l'oblio di un mondo
Portalettere danesi / WikiCommons
Il governo della Danimarca ha disposto che dal 1° gennaio 2026 le Poste non accetteranno più lettere in carta, che il diffondersi del digitale ha sempre più notevolmente ridotte. Non accetteranno più bollette, non comunicazioni bancarie, non lettere private. È da immaginare che la decisione danese, a mano a mano, sarà seguita da quella di altri governi, e poi anche dall’Italia. Da quando fu scoperto lo scrivere con l’inchiostro su carta ci sono sempre stati invii di comunicazioni e messaggi. Innanzi tutto quelli curati dallo Stato tra governo centrale ed organi periferici, e poi quelli curati da mercanti i quali, nel XIV secolo, istituirono un particolare servizio di corrieri, al quale potevano accedere anche privati. Nel secolo seguente a istituire servizi di corrispondenza soprattutto commerciale furono imprenditori privati, come la bergamasca famiglia Tasso, che iniziò l’attività nel Trentino e operò a lungo in regime di monopolio sia per gli Asburgo sia per i privati, divenendo i ricchissimi Thurn und Taxis. Nel Seicento cominciò a svilupparsi il servizio postale, che ebbe notevoli progressi sul finire del Settecento, e si trasformò completamente nella metà dell’Ottocento, quando mezzi di trasporto più rapidi e frequenti portarono a separare la raccolta, lo smistamento e la distribuzione della corrispondenza dal trasporto, affidato alle ferrovie ed alla navigazione di linea. Dopo l’adozione del francobollo, avvenuta dapprima in Gran Bretagna e poi nel resto d’Europa (in Italia il primo ad adottarlo fu il Regno Lombardo-Veneto), fu costruita una vasta rete di Uffici Postali sia nei vari rioni delle grandi città, sia nelle piccole città, sia nei paesi e talvolta anche nei borghi. Ben presto tali uffici vennero adibiti anche a servizi di depositi bancari, pagamenti e riscossioni. Dopo la metà dell’Ottocento divennero anche Uffici Telegrafici per il ricevimento e il recapito dei telegrammi. Ad essi provvedeva un apposito Ministero. Dalla metà dell’Ottocento fino a gran parte del Novecento una considerevole parte della corrispondenza fu rappresentata dalle cartoline illustrate, che da luoghi che si visitavano o dove si soggiornava si inviavano a familiari e conoscenti. Ora le cartoline illustrate sono per lo più scomparse, essendo state sostituite da riprese con telefonini inviate e ricevute in tempo reale. In pieno Novecento la corrispondenza era suddivisa, con differente affrancatura, in ordinaria, espressa, raccomandata, per via aerea, mentre continuava il servizio telegrafico e quello dei pacchi. Per oltre un secolo molti hanno atteso, spesso con ansia, il passare del postino che talvolta avveniva anche due volte al giorno: nella mattinata e nel pomeriggio. Ma ora, dall’inizio del 2026, in Danimarca, e poi quasi certamente in altri paesi, passerà solo per consegnare pacchi. E non porterà più quelle cartoline di Buon Natale e di Felice Anno Nuovo che Sir Henry Pole, funzionario delle Poste di Gran Bretagna, ideò nel Natale del 1848, e che incominciarono a diffondersi una decina di anni dopo, fino a essere considerate parte fondamentale della festività del Natale. Le si imbucava, per lo più, nelle grandi cassette postali di color rosso, magari dopo aver cercato di affrancarle con francobolli dedicati al Natale. Dal loro inizio hanno riportato aspetti fondamentali o collaterali della Natività narrata dai Vangeli, ed immagini di ogni genere, come luoghi di città, di paesi, di campagne, di mare, di montagna, avvolti nel silenzio. Non sono mancate immagini di pentagramma con note di celeberrimi canti natalizi come Stille Nacht e Tu scendi dalle stelle. Talvolta hanno riportato casette avvolte tra la neve ed ammantate di neve, illuminate da una fulgida luce, indicante un vivere nella quiete, nella serenità, nella letizia, nella gioia. Sempre nel retro della cartolina o nella seconda facciata interna del biglietto, sotto l’augurio stampato o sotto quello scritto a mano, c’è stata la firma del mittente, la cui grafia, a chi sapeva bene osservare ed aveva riscontri, rivelava lo stato delle sue condizioni. Spesso cartoline e biglietti sono stati posti sotto l’albero di Natale o accanto al presepe. Per vari anni ancora, forse, cartoline e biglietti di Natale e di Felice Anno Nuovo non svaniranno, così come non sono svaniti, come si riteneva, libri e giornali in carta. Ma dovranno essere inviati a mano, o per corriere, come quando non era stato ancora inventato il Servizio Postale dello Stato.

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