Ovociti umani in provetta? «Eticamente inammissibile»
All'Università di Edimburgo sono stati ottenuti per la prima volta ovociti umani maturati in provetta. Estratti da tessuto ovarico sono forse un rimedio all'infertilità. Ma i dubbi etici sono numerosi

Roberto Colombo: eticamente inammissibile
Lo studio pubblicato online sulla rivista scientifica Molecular Human Reproduction (30 gennaio 2018) dal gruppo di ricerca della Università di Edinburgo coordinato dalla professoressa Evelyn Telfer ha reso noto una nuova tecnica per la coltura e la maturazione in vitro di ovociti umani del tessuto follicore della donna fino a farli giungere allo stadio di metafase II, quello che precede immediatamente l'ovulazione dal follicolo di Graaf e la eventuale fertilizzazione da parte dello spermatozoo.
La tecnica è stata ideata allo scopo di rende possibile il prelievo e la conservazione di tessuto follicolare ovarico da donne affette da tumore prima dell'inizio di una chemioterapia, che potrebbe distruggere le cellule germinali e rendere la donna infertile: l'idea è che, in anni successivi al trattamento antitumorale, la donna possa disporre di cellule uovo in grado per concepire in vitro un figlio con il seme del marito attraverso la procreazione medicalmente assistita.
Ma la disponibilità attraverso questa tecnica colturale di un ampio numero di ovociti umani in vitro - se sarà confermata la loro capacità di dare origine a embrioni umani in gradi di svilupparsi - apre la strada ad una facile accessibilità alla fecondazione eterologa con gamete femminile di donatrice e anche alla clonazione umana per trasferimento di nucleo di cellula somatica (SCNT), entrambe oggi limitate praticamente anche dalla scarsa disponibilità di ovociti umani maturi.
Per questa ragione, nonostante la coltura e la maturazione in vitro di gameti umani non sia in sé stessa intrinsecamente illecita (non si tratta di un organismo umano embrionale che si sta sviluppando ma solo di cellule del corpo umano), questo tipo di interventi biotecnologici è eticamente inammissibile e giudicato negativamente dalla Chiesa cattolica in quanto materialmente e formalmente coinvolto nella pratica della generazione in laboratorio di embrioni umani, intenzionalmente separata dall'atto di amore coniugale tra la donna e l'uomo e irrispettosa della vita e della dignità del concepito.
Come afferma la Istruzione Dignitas personae (2008), se "la crioconservazione di ovociti in ordine al processo di procreazione artificiale è da considerare moralmente inaccettabile" (n. 20), per la stessa ragione è inaccettabile la produzione in laboratorio dei medesimi ovociti.Inoltre, per verificare la fecondabilità di questi ovociti maturati in vitro, sarebbero necessari numerosi esperimenti di fertilizzazione, con la manipolazione e soppressione di esseri umani allo stadio di sviluppo embrionale, generati per un uso meramente strumentale alla validazione di una biotecnologia riproduttiva, e dunque condannabile come gravissima violazione dei diritti umani del concepito.
*** docente della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Univerità Cattolica del Sacro Cuore (Roma) e membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita (Città del Vaticano)
© RIPRODUZIONE RISERVATA






