martedì 11 settembre 2007
Senza dare battaglia, cercate di essere vincitori. Prima ancora di combattere indebolite la fiducia del nemico umiliandolo, mortificandolo, sottoponendo le sue forze a dura prova. Corrompete tutto ciò che ha di buono con promesse di vantaggi, alterate la sua fiducia spingendo i suoi migliori politici ad azioni vergognose e a tradimenti. La suprema eccellenza consiste nell'infrangere la resistenza del nemico senza combattere.
Si chiamava Sun Tzu ed era un generale cinese di 2500 anni fa, autore di un importante trattato sull'Arte della guerra. Ho voluto evocarne alcuni passi riguardanti non la strategia sul campo ma la tecnica di manipolazione distruttiva dell'avversario. Ne sanno qualcosa i servizi segreti di tutti i paesi con le loro nascoste manovre di corruzione, di false notizie, di trame oscure, d'intercettazioni,
e così via. Naturalmente propongo queste righe non tanto per un'ulteriore e sempre necessaria deprecazione della guerra, quanto piuttosto per far riflettere sulla nostra quotidianità.
Ci sono, infatti, nelle nostre relazioni di ogni giorno tanti atteggiamenti che sembrano ricalcati su quel manuale. Cercare di umiliare chi ti è di ostacolo nella carriera, mortificare una persona debole, corrompere per avere vantaggi personali, costringere ad azioni ignominiose altri per far brillare se stessi, spargere abbondantemente calunnie: sono questi - e tanti altri - i condimenti dei rapporti in un mondo che ama i veleni. Basti solo assistere alle liti televisive, alla prassi dello spettacolo di "reality" in cui si fa a gara nel mostrare il peggio di sé per demolire l'altro. La "guerra" comincia proprio qui, nella mancanza di dignità personale e di rispetto per l'altro, nell'abitudine al disprezzo e al motteggio, nell'impudenza e nella sfrontatezza.
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