venerdì 5 febbraio 2016
Resistenti di Tzvetan Todorov (Garzanti), nell'originale Insoumis, è un libro importante, anzi molto importante per tutti coloro che cercano esempi ai quali rifarsi, nella quotidiana fatica di "resistere" e di "ben fare". È da diffondere tra amici e allievi, tra i membri benintenzionati delle nuove generazioni. Resistere non significa farsi i fatti propri, mimetizzarsi, accettare; resistere significa (proprio nel senso della traduzione italiana, che rimanda, volontariamente o no, alla nozione, non solo italiana, di "partigiani") non accettare le cose come stanno, il mondo com'è, ma agire per modificarlo, per cambiarlo in meglio. Anche quando si sapesse che quest'impresa può facilmente fallire. In termini biblici si potrebbe dire che i personaggi di cui Todorov racconta nel libro le esperienze e la qualità sono dei "giusti", quelli senza i quali il mondo, l'esistenza umana, perderebbero di senso. Todorov ha raggruppato scritti di diversi momenti e occasioni, e ha cercato di chiarire a se stesso le ragioni che lo hanno spinto a occuparsi di queste figure, alle quali se ne potrebbero aggiungere tante e tante altre, note e no, e per fortuna anche a noi è capitato di incontrarne nella vita, sui libri, nei racconti che ce ne sono stati fatti da chi li ha conosciuti da vicino. Si tratta di credenti (di fedi diverse) e di non-credenti, ma che hanno comunque creduto nei valori della verità e della giustizia. Quindi anche della solidarietà con gli oppressi. S'intitola non a caso Alla ricerca del giusto e del vero (trad it. Medusa) la raccolta di saggi e interviste, con la luminosa figura di Germaine Tillion - tra Resistenza, lager, Algeria - curata proprio da Todorov, la cui prefazione è il saggio più lungo di Resistenti. Ma ci sono anche Etty Hillesum, Pasternak e Solzenicyn, due leader politici come Mandela e Malcolm X (messi a confronto tra loro, e sulle loro scelte di mezzi violenti o nonviolenti), e due resistenti contemporanei, l'israeliano Shulman che lotta per i diritti dei palestinesi, l'americano Snowden che denuncia le infrazioni dei governi degli Usa alla loro costituzione. Hanno in comune, dice Todorov, il «far leva sulle proprie qualità individuali per intervenire nella sfera pubblica», di puntare in politica sulla forza della morale. «I loro comportamenti appartengono a due grandi forme d'amore: l'amore per gli esseri umani e quello per la verità (che talvolta coincidono)»; di più, e qui sta la loro radicale grandezza: si preoccupano delle vittime, ma si rifiutano di odiare i loro nemici (esemplari in questo senso le stupende figure femminili, Hillesum e Tillion).
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