mercoledì 3 dicembre 2003
Ilibri sono come i fiumi che irrigano la terra, sono fonti di saggezza; i libri sono profondità senza fondo, ci consolano quando siamo tristi, sono le redini della moderazione. Certo, c'è libro e libro: lo scrittore francese Marcel Proust era convinto che «i veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchiere ma dell'oscurità e del silenzio». Libri che non sono nient'altro che la continuazione del vacuo chiacchiericcio quotidiano inondano spesso le librerie. Tuttavia, a partire dalle Sacre Scritture e dai classici di tutte le culture, innumerevoli sono i libri che adempiono al compito indicato nella citazione oggi proposta. Essa è tratta dalla Cronaca di Nestore, un documento dell'antica storia slava, opera collettiva di monaci di Kiev, durata per secoli, dal IX al XII, vero e proprio affresco di diverse epoche storiche, ritratte dall'angolo di visuale dei monasteri. Tre sostanzialmente sono le funzioni del vero libro. Innanzitutto quella di offrire saggezza, riflessione, approfondimento. Ancora nel mondo russo si usava dire che i testi dei sapienti sono «come spugne d'acqua» perché assorbono prudenza, equilibrio, discernimento, ponderatezza, senno, sagacia: trattengono in sé queste virtù, così da poterle lentamente far sgocciolare nel lettore. È cosa fin troppo conclamata che l'Italia sia stata una terra di grandi scrittori ma anche di non lettori (e c'è persino chi pubblicamente si vanta di non aver mai letto un libro in vent'anni!). Non ci si deve, perciò, stancare di invitare ad avere come compagno di viaggio un libro, sempre che sia capace di adempiere anche alle altre due funzioni indicate dalla Cronaca: offrirci una goccia di serenità nella tristezza e insegnarci la maturità e il controllo nelle nostre reazioni. Sapienza, consolazione, moderazione: tre frutti preziosi da cogliere dalla lettura dei "veri" libri.
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