sabato 27 novembre 2021
Nel 2019, quando Greta Thunberg venne invitata a parlare all'Onu, il presidente americano Donald Trump, dopo averla ostentatamente ignorata incrociandola, postò su Twitter un sarcastico commento in cui definiva la giovanissima ambientalista svedese «una giovane ragazza felice in attesa di un meraviglioso e brillante futuro». Anche da noi non mancarono le battute acide, e ancora ne sentiamo di tutti i colori, su Greta e su tutti i giovani che l'hanno seguita, da "sognatori" a "gretini". Può essere che uno non sia d'accordo con Greta e sue istanze, ma pur lasciando da parte gli insulti, non è che quando a qualcuno si dice "tu sei un sognatore", in genere non è per fargli un complimento. Ne sanno qualcosa soprattutto i giovani, per i quali il "ma tu sogni" è un'inappellabile attestazione di immaturità, che vuole smorzare ogni slancio, ogni entusiasmo. Forse l'hanno detto pure a noi, che oggi siamo adulti, quando eravamo più piccoli: "Tu sogni". O uno dei suoi molti possibili corollari: "Quando sarai grande lo capirai"; "devi restare con i piedi per terra"; "poi un giorno mi ringrazierai". Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Quante volte sono state dette a noi? E quante volte, magari, le abbiamo dette ai nostri figli? Perché la verità è che non c'è mai stato molto spazio per i sognatori, e oggi ce n'è ancora meno, se è possibile. Oggi che tutto è ridotto a concretezza, a "fare i soldi". Dove gli unici sogni dei giovani sembrano ridotti ai talent show o a scommettere tutto su una comparsata televisiva che porti a dare una "svolta" alla propria vita.
E invece bisogna «essere capaci di sognare», ha detto il Papa ai giovani domenica scorsa, perché «un giovane che non è capace di sognare, poveretto, è diventato vecchio prima del tempo... sognate, siate svelti e guardate al futuro con coraggio... "Ma davvero? I giovani quando sognano a volte fanno chiasso…". Fate chiasso, perché il vostro chiasso è il frutto dei vostri sogni… Grazie, grazie, quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate con passione per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione. E soprattutto grazie perché in un mondo che, appiattito sui guadagni del presente, tende a soffocare i grandi ideali, non perdete in questo mondo la capacità di sognare!».
Certo, ci vuole coraggio per sfidare condizionamenti, preconcetti, pregiudizi. Ma in questo Gesù ci può aiutare, ha insistito Francesco, perché «nella libertà di Gesù troviamo anche il coraggio di andare controcorrente... non contro qualcuno – che è la tentazione di ogni giorno –, come fanno i vittimisti e i complottisti... Il nostro mondo, ferito da tanti mali, non ha bisogno di altri compromessi ambigui, di gente che va di qua e di là come le onde del mare – dove li porta il vento, dove li portano i propri interessi... gli equilibristi che cercano sempre una strada per non sporcarsi le mani, per non compromettere la vita, per non giocarsi sul serio... siate liberi, siate autentici, siate coscienza critica della società». Forse non sarebbe male se anche gli adulti imparassero di nuovo a sognare.
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