venerdì 7 aprile 2006
Oggi qui, domani là/ io vado e vivo così/ senza freni vado e vivo così/ casa qui io non ho/ ma cento case ho/ oggi qui domani cosa sarò?Chiedo: «Cosa state ascoltando?». E questa coppia di persone amiche che ho sposato una trentina d"anni fa mi dice: «È una canzone dei nostri anni giovanili, è una Patty Pravo del Cantagiro del 1967». Così, sento queste parole che mi sembrano significative e che esprimono lo spirito di un"epoca fatta di una contestazione ormai storica. Sì, allora, non si voleva aver freni, non si accettava di avere una casa a cui necessariamente ritornare, né di elaborare un programma di produzione, considerato come una schiavitù. Si amava la libertà del vento, che «non si sa da dove venga né dove vada», come diceva lo stesso Gesù a Nicodemo.Ora è tutto diverso, tant"è vero che anche questi miei amici hanno una bella casa, un ottimo lavoro e, se si muovono, è solo per affari o per vacanza. Eppure c"è una sottile nostalgia " e lo confessano " per quel periodo della loro vita. Sì, perché le parole di Patty Pravo hanno un duplice profilo. Da un lato, incarnano una dispersione, un"illusione di libertà, declinata solo al negativo, una sorta di dilapidazione di tutto nella frenesia dell"immediato, dell"assenza di ogni norma, del vitalismo quasi istintuale. Ed è qualcosa che ancor oggi è vissuto da molti, anche se in modo meno libero e un po" becero (i reality show insegnano"). D"altro lato, però, c"è anche il positivo della ricerca, dell"abbandono dell"ipocrisia, della scoperta della coscienza di sé, dell"autonomia, della critica, del distacco dalle cose, valori sempre preziosi, se ben calibrati. Per questo " come diceva uno scrittore tedesco " «la statua della libertà non è mai del tutto fusa, il forno è sempre rovente».
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