Scelta di campo
sabato 11 gennaio 2025
«Beato»: è ancora con questa parola che si apre il libro dei Salmi, la raccolta di preghiere dell’antico Israele con cui Gesù pregava costantemente, che sostengono la preghiera dei cristiani e che vengono quotidianamente ruminate dai monaci del mondo intero. Per il primo dei 150 salmi, la questione della felicità pare semplice: «Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte» (Sal 1,1-2). La felicità sembra dipendere da due condizioni: allontanarsi dalle cattive compagnie, e stare attaccati alla legge di Dio. Basterebbe insomma fare una scelta di campo. Se il mondo fosse diviso in questo modo, con i credenti felici da una parte, e dall’altra i non credenti infelici, questo sarebbe di dominio pubblico. Le chiese sarebbero strapiene e non ci sarebbe più bisogno di discussioni. Non funziona così, naturalmente. La felicità non è una ricompensa che Dio darebbe a chi ha scelto la parte giusta, a quanti si sono schierati con lui; è piuttosto un lungo processo proposto a tutti, un addomesticamento che richiede tempo, da cui ci distraggono crudeli risatine e che è accompagnato con pazienza dal canto dei salmi, anch’essi mormorati giorno e notte. © riproduzione riservata
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