giovedì 12 settembre 2002
Comincio sempre
la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Lui dice a noi e attraverso di noi. Il nome di Maria, ricordato oggi dalla liturgia, è portato da un numero infinito di donne e anche di uomini. Vogliamo, allora, ricordare la Madre di Gesù da un angolo di visuale molto particolare, quello del suo silenzio. Sì, perché, se si esclude il Magnificat che è una solenne preghiera innica, Maria pronunzia nei vangeli sei frasi brevissime, simili a un sussurro. Il resto è silenzio. Quel silenzio che un'altra donna, madre Teresa di Calcutta (1910-1917), ci ha sopra illustrato in parole povere e spoglie, tratte dal suo Cammino semplice, apparso nel 1995, parole che sbocciano appunto dalla quiete e dalla pace interiore. Bisognerebbe veramente alonare di silenzio
non solo la preghiera ma anche le azioni più importanti della nostra vita, nella certezza che in quel tacere puro e denso si può scoprire la voce di Dio. Anzi, madre Teresa ci ricorda che, una volta ascoltata e custodita in noi quella parola divina, essa si irradierà attraverso noi stessi, comunicandosi agli altri. Ci sono, infatti, persone che non hanno bisogno di pronunziare tante parole; eppure sanno confortare e consigliare in modo efficace e folgorante! S. Teresa d'Avila nel suo Castello interiore scriveva: «Dio e l'anima si godono in altissimo silenzio. L'intelletto non deve fare né movimenti né ricerche. Chi l'ha creato vuole solo che si riposi e contempli le meraviglie che accadono davanti a lui».
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