sabato 25 marzo 2006
Dietro a ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza. Insisti, anche se tutti aspettano che tu desista. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che è in te. Fa' in modo che, invece di compassione, ti portino rispetto. Quando non puoi più correre, cammina veloce. Quando non puoi più camminare veloce, cammina. Quando non puoi più camminare, usa il bastone. Però non trattenerti mai! Nel giorno dell'annunzio a Maria, festa di luce e di speranza, lascio la parola a una donna che ha aperto con la sua vita orizzonti di amore, madre Teresa di Calcutta. Sono sue queste parole che vogliono scuotere lo spirito intorpidito di molti uomini e donne, convinti di essere o già "arrivati" o di non potersi permettere un'altra avventura dell'anima. L'imperativo di questa grande testimone della carità è, a prima vista, antitetico rispetto al monito comune a una certa spiritualità che invita al controllo, alla cautela, alla circospezione. Per questa via, sorgono forse degli asceti, mai, delle persone generose e coraggiose, tendenti a un ideale non di sicurezza ma di pienezza. La fede, come insegna Abramo, nostro padre in questa virtù, è rischio ed è un continuo procedere. Talora si corre sulla via della fiducia; altre volte si riesce a camminare spediti; talvolta si rallenta e persino si ha il respiro affannato e ci si deve affidare a un bastone. L'importante, però, è non fermarsi ai bordi della strada, magari sotto l'ombra protettiva della quiete di un albero o nel grembo sicuro di una casa. Troppi credenti danno proprio l'impressione di cercare nella fede un'area protetta, ignorando che credere è spesso «partire senza sapere dove si andrà», come era accaduto ad Abramo (Ebrei 11, 8). È, dunque, necessario ritrovare il fremito dell'anima che ti pone in ricerca e in movimento, anche se la meta - come per Maria - può essere il colle del Golgota.
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