mercoledì 19 giugno 2019
Ci rimane ancora da riflettere meglio circa l'impatto della tecnologia sulla forma della nostra umanità, al di là dell'ingenuo abbagliamento suscitato dalle grandi macchine pubblicitarie. Anche in questo campo stiamo vivendo un'epoca di transizione. Una prima tappa che fin qui ha funzionato è quella della coesistenza, in cui le macchine sostituiscono alcune attività umane, ma in un regime di subalternità. In questa fase, lo scopo della tecnologia è visto ancora come strumentale. Ma stiamo entrando in un'altra era, in cui i dispositivi tecnologici diventeranno essenzialmente "oggetti da compagnia", allo stesso modo in cui denominiamo gli animali domestici "animali da compagnia", indicando in tal modo un determinato grado affettivo di relazione e una pratica abituale di convivenza e di cura.
Oggi si comincia a guardare ai robot come a compagni più facili, che offrono tutti i vantaggi degli "animali da compagnia" e altri ancora, senza il costo vitale che è loro associato. L'opinione dominante è che saremo sempre più disposti a sostituire relazioni tradizionali con nuove interfacce tecnologiche. Ma a coloro che assicurano che i computer potranno avere una maggiore centralità è comunque necessario rammentare quello che un computer non può fare. Se quello che ci attende è solamente un futuro migliorato dai computer, allora non mancheremo più di niente?
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