mercoledì 7 dicembre 2022
All’inizio l’abbiamo conosciuta con il nome di un’altra: Marianne, la donna elevata ad allegoria della Rivoluzione Francese, berretto frigio in capo e tricolore in pugno. Nel 1968 la ritroviamo per le strade del Maggio parigino, con i capelli biondi sciolti, ma ancora intenta a sventolare una bandiera, che adesso è quella del Vietnam. La “Marianne del Sessantotto” è una delle grandi comparse del Novecento, splendida apparizione che si eleva letteralmente al di sopra della folla, dato che la ragazza è tenuta sulle spalle da un compagno. Né contestatrice né francese, l’inglese Caroline de Brendern era a Parigi per il suo lavoro di indossatrice. La politica le interessava poco, però la città era in fermento, lei si trovò in piazza con gli amici e, dato che le gambe le pesavano per via delle sfilate, qualcuno si offrì di risparmiarle la fatica di camminare. Il resto è questione di istanti: la bandiera che passa di mano, Caroline che istintivamente si mette in posa, la fotografia che la trasforma in icona e che la esclude dall’eredità di famiglia, consegnandola a una vita diversa da come l’aveva immaginata. Marianne che diventa musicista jazz, che vive in Normandia, che si schiera contro la Brexit. Succede così alle comparse: fingono di essere qualcun altro e intanto diventano sé stesse. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: