Lo sguardo di Bauman per capire il presente
venerdì 8 novembre 2019
Il sociologo Carlo Bordoni ha pubblicato un piccolo libro sintetico e chiaro la cui lettura può essere utile a chiunque oggi si interroghi su quanto accade nelle nostre società: L'eredità di Bauman. Dal postmoderno al pensiero liquido (Armando, pagine 144, euro 15,00). Zygmunt Bauman è stato negli ultimi vent'anni il sociologo più letto in Italia, sia per l'attualità e tempestività delle sue riflessioni che per il suo stile espositivo e di pensiero. Scrive Bordoni: «La sua è una sociologia libera da condizionamenti politici, ma con una qualità in più: la capacità di farsi critica senza pregiudicare l'obiettività». E conclude: «Il sociologo non è un capo o un trascinatore di folle, ma un imparziale osservatore della realtà. La sua utilità universale è proprio quella di spiegare il presente». Il presente infatti ha una storia, e la società, soprattutto dopo l'avvento della modernità occidentale, non è mai un dato stabile e univoco, ma un ambivalente processo in corso, la cui storia può essere capita e percepita, nel suo insieme e nei suoi dettagli quotidiani, solo se si ragiona in termini di precedenti e di conseguenze. Che cosa è accaduto prima che accadesse questo? E quello che ora vediamo accadere quali conseguenze avrà? Memoria del passato e immaginazione del futuro sono attitudini che troppo spesso mancano ai politici e di cui lo studioso della società non può fare a meno. Ma si può agire bene, idealmente e realisticamente, senza l'aiuto di uno studio attento e spregiudicato della realtà sociale? Ci si rallegra spesso della “fine delle ideologie”, ma al loro posto non sono arrivati alla politica i vantaggi di un sapere sociologico obiettivo e critico. Bauman ci ha fatto non solo capire che le nostre culture e società postmoderne e globalizzate sono ormai più “liquide” che solide, cambiano di continuo e in esse tutto scivola via. È stato un sociologo coltissimo e appassionato, le cui letture anche letterarie e filosofiche hanno sempre nutrito la sua acuta percettività sociale. Nato in Polonia nel 1925 e vissuto per più di novant'anni, aveva il vantaggio di conoscere la storia da testimone diretto: «ha attraversato il Novecento vivendone le emergenze e le tragedie», scrive Bordoni. Se è vero che ognuno di noi è anche un intreccio di esperienze storiche e di relazioni sociali, lo studio degli esseri umani socializzati ha bisogno di passione morale se non vuole diventare accademismo statistico.
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