Libri sui libri Per guardare meglio la realtà
venerdì 22 settembre 2023
Ritrovo fra i miei libri una ventina circa di libri sui libri: di libri che parlano di libri, di libri che si devono leggere, di come leggere, di storia della lettura e di come costruirsi una buona biblioteca personale. Di libri del genere mi pare che oggi se ne pubblichino ben pochi, per la semplice ragione che il libro come oggetto e medium culturale interessa ed è molto meno amato che vent'anni fa. I libri di cui si parlava erano libri da rileggere, quelli cioè che davvero era valsa la pena di aver letto. Libri quindi da conservare, da tenere a disposizione e a portata di mano, perché ci confortano ogni volta che li apriamo e sentiamo che ci mettono in contatto non solo con i loro autori, ma anche con noi stessi, con i nostri dubbi e problemi, le nostre migliori qualità e aspettative. Quando mi succede di riaprirli e consultarli, mi viene spesso l'istinto di antologizzarne alcune pagine da portarmi sempre dietro quando viaggio. Le antologie in effetti sono biblioteche in miniatura. E le enciclopedie (dall'Enciclopedia Britannica in ventiquattro volumi che ho ereditato, fino alla Garzantina Universale in un volume) sono interi universi dentro cui viaggiare, perdersi e ritrovarsi, pagine che restano lì nero su bianco e non spariscono se le facciamo sparire. Da quando la scrittura si è informalizzata, si è resa sia più labile e irreale sia meno responsabile, non più verba volant, scripta manent, come si diceva. Ora volano via anche le parole digitalizzate, che in effetti molto spesso sono assai poco responsabili. Come ogni altra cosa, oggi lo scrivere digitale può diventare più facilmente un vizio. Abbiamo infatti un grande bisogno di usare di più e meglio gli occhi per guardarci intorno. Ma anche questo ce lo possono insegnare i libri. Se leggo una pagina di Balzac, Tolstoj o Proust trovo che la loro è una eccezionale capacità di guardare, vedere, osservare, interpretare le cose viste. Nella civiltà delle immagini le immagini compaiono e spariscono. Quale narratore ha la pazienza oggi di guardarsi intorno? Se in Italia gli ambientalisti scarseggiano è anche perché l'ambiente non è guardato. © riproduzione riservata
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