sabato 2 ottobre 2004
Tre angeli in alto sopra la strada/ ciascuno suonando una sua tromba/ vestiti di tuniche verdi con le ali aperte/ sono là fin dal mattino di Natale"/ Gli angeli suonano le loro trombe tutto il giorno/ la terra intera in movimento sembra oltrepassarli/ ma nessuno sente la musica che suonano/ nessuno neppure ci prova.E" l"inizio e la fine della ballata Tre angeli di quello straordinario personaggio che è Bob Dylan, cantautore sessantatreenne americano di origine russa ed ebraica. Oggi, nel giorno dedicato dalla liturgia agli angeli, raccogliamo il suo messaggio. Da quando si sono affacciati ad annunziare con gli altri innumerevoli colleghi la nascita di Cristo, questi messaggeri divini sono rimasti nel cielo che incombe sulle nostre città rumorose e distratte. Purtroppo il cielo si è inquinato, e non solo per le esalazioni industriali ma anche perché è stato velato dalla polvere dell"oblio dell"umanità distratta. La gente ha ben altro a cui pensare (e Dylan nella sua ballata fa scorrere il campionario di un"umanità variegata, occupata e preoccupata) ed è china sulla terra. I rumori assordanti delle macchine impediscono di sentire il suono degli angeli trombettieri che vorrebbero farci guardare in alto per un istante. E", questa, l"evidente parabola di una società dissipata, che ha orecchi ostruiti per poter ascoltare parole alte e spirituali. Anzi, essa si lascia piuttosto catturare da un angelo oscuro e terreno, il demonio che - come diceva il poeta spagnolo A. Machado (1875-1939) - ci sussurra: «Verrai con me" E avanzai accecato da rossa luminaria./ Nel profondo sentii delle catene/ suonare e fiere in gabbie fremere».
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