“Le Iene” puntano il dito sul calcio malato
giovedì 9 febbraio 2023
Mentre Blanco sul palco dell’Ariston a Sanremo (Rai1) spaccava tutto, su Italia 1, martedì intorno alla mezzanotte, andava in onda un servizio de Le Iene su «Zeman, il doping e le morti nel calcio» realizzato da Filippo Roma. Punto di partenza la recente scomparsa di Sinisa Mihajlovic e di Gianluca Vialli a cui sono seguite dichiarazioni di ex giocatori preoccupati per la possibile correlazione tra le malattie letali (leucemie, tumori, Sla) e le sostanze prese ai tempi in cui giocavano. «Prendevamo farmaci senza discutere», ha detto tra gli altri l’ex campione del mondo Marco Tardelli. Una questione sollevata a suo tempo e confermata di recente dall’ex allenatore Zdenek Zeman: «Il calcio deve uscire dalle farmacie», disse allora; «Purtroppo non è cambiato niente», dice adesso. Molto dettagliato poi il racconto del cinquantaseienne
Massimo Brambati, ex difensore oggi procuratore sportivo, che parla di pillole (Micoren, Anemina) date negli spogliatoi come caramelle, ma anche di flebo la sera prima in albergo. Sulla questione è stato intervistato anche il nostro Massimiliano Castellani, che in materia ne sa più di molti altri avendone scritto da vent’anni in qua su questo giornale e in numerosi libri, ma non è stato pubblicamente riconosciuto a lui e ad “Avvenire” di avere avviato e proseguito fino a qualche giorno fa l’inchiesta sulle morti nel calcio. Castellani ha comunque fornito dati certi che esiste una correlazione tra le malattie mortali dei calciatori e il doping. Ad esempio, a proposito della Sla, ha citato la ricerca dell’Istituto Mario Negri di Milano che ha rilevato che i colpiti da Sclerosi laterale amiotrofica in una città di 100 mila abitanti possono essere al massimo due. Di contro, su una popolazione calcistica di 23 mila calciatori si sono riscontrati 34 casi. © riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: