L' idea di mobilitare la Forza per abolire il Male sulla terra è la grande idea moderna. Essa continua a far strage da quasi due secoli, e da cinquant"anni a questa parte a un ritmo pazzescamente accelerato.Critico e giornalista pacato e raffinato, Nicola Chiaromonte (1905-1972) ha lasciato spesso note di forte impegno civile. È il caso di queste righe che ho tratto dal Tarlo della coscienza, all"interno di una riflessione più ampia sulla non-violenza. Sono parole che sembrano fotografare scelte recenti, propugnate da alcuni a livello teorico e messe in pratica da politici potenti ma gretti, convinti che con guerre più o meno preventive si estirpi il male, opponendo forza a forza, scontro a scontro, impeto a impeto. Il risultato è in un costante rinsaldarsi della catena degli odi e delle violenze. Il cristianesimo ha, invece, formulato quest"altra legge: «Non lasciatevi vincere dal male, ma vinci con il bene il male» (Romani 12, 21).Questa norma vale prima di tutto a livello personale. Ci sono, infatti, certe reazioni sorde e oscure al male che si trasformano in vero e proprio odio contro chi ci sembra malvagio, dimenticando così di distinguere tra peccato e peccatore, ma soprattutto di essere cauti nel giudicare gli altri. Quando si lascia attecchire il desiderio di vincere il male con la violenza, la prima ad essere colpita è la propria vita: si diventa cupi, tesi, stressati e spesso si esplode in maniera insensata. Anche se non giungeremo mai agli eccessi della forza che uccide nell"anelito di stroncare il male, c"è sempre in agguato il rischio dell"ira rabbiosa, della vendetta incontrollabile, del ricorso a ogni bassezza nell"illusione di mostrarsi rigorosi e fieri contro il male. In realtà si resta solo miseri, esagitati e feroci.
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