martedì 13 luglio 2021
Joe Ritchie è un personaggio di un racconto di Andre Dubbus, narratore americano, cattolico dalla fede inquieta. In Non abitiamo più qui (Mattioli 1885), Joe, che ha lasciato il sacerdozio per amore di Edith, riflette sull'Eucaristia con parole che restano sublime attestazione di fede: «Non perse la sua fede nell'Eucaristia. Dopo aver lasciato il sacerdozio andava ogni giorno a messa e riceveva quello che sapeva essere il corpo e il sangue di Cristo. Lo sapeva, disse a Edith, perché credeva che la fede non avesse più a che fare con l'intelletto di quanto ne avesse l'amore; toccando Edith, sapeva di amarla, e amandola lui la toccava; allo stesso modo la sua carne conosceva Dio attraverso quel contatto, non c'era altro modo possibile; il pane e il vino che diventavano corpo e sangue non era né un miracolo né un mistero, ma una cosa naturale in quello slancio del cuore umano verso il cuore di Dio». Una bella teologia dell'Eucaristia, questa di Dubbus: e un paragone tra carnalità dell'amore umano e carnalità del sacrificio eucaristico che potrebbe piacere a molti teologi e a qualche poeta. La finezza artistica di un narratore serve a questo: a stabilire contatti logici tra realtà che spesso consideriamo distanti. Loro, con la forza della poesia, ce le mettono vicine. E ce ne facilitano la comprensione.
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