"Inland", le poesie fotografiche di Rebecca Norris Webb
martedì 25 ottobre 2022

In principio fu la poesia. E forse per questo i suoi scatti sono come versi che esplorano quei luoghi dove il paesaggio interiore di ognuno di noi incontra la natura. Parliamo di Rebecca Norris Webb: la sua mostra di foto-poesie, Inland, è esposta alla Alessia Paladini Gallery di Via Maroncelli 11, a Milano, fino al 21 dicembre. Una selezione di opere tratte da due libri monografici della fotografa statunitense, moglie di Alex Webb, My Dakota e Night Calls.

Attraverso le sue fotografie, l’artista, classe 1956, ci estrapola dalla realtà per portarci in una terra utopica, densa di ricordi che celebrano ogni aspetto della vita, gli alti e i bassi dell’esistenza di ognuno. My Dakota è un diario di viaggio, un road trip per accettare il dolore per la morte improvvisa del fratello. Così nel 2005, Rebecca inizia a fotografare il South Dakota, dove è nata e cresciuta. Uno stato di frontiera, scarsamente popolato, «con più bufali, antilopi, cervi muli e cani randagi che persone. Una terra di tradizioni nativo americane, rodei, feste campestri». Dominato dal silenzio e dai grandi spazi, un paesaggio aspro spesso sferzato da venti brutali e condizioni meteorologiche estreme. La fotografia è come un'elegia: «Per mesi, una delle poche cose che mi dava sollievo era il paesaggio del South Dakota… Mi sono chiesta: la perdita ha una sua geografia?».

Landscape with Frost, 2019

Landscape with Frost, 2019 - © Rebecca Norris Webb_ Courtesy Alessia Paladini Gallery

In Night Calls, Norris Webb ripercorre le strade battute dal padre, un medico di campagna che ora ha 102 anni, e che ha dedicato tutta la sua vita ad assistere a domicilio la propria comunità rurale. Quella della fotografa è una toccante lettera d’amore di una figlia al proprio padre, un ritorno alle origini, alle proprie radici, sia emotive che geografiche. Rifacendosi al reportage di W. Eugene Smith Il medico di campagna, pubblicato su Life Magazine (1948), ecco un viaggio nella dicotomia tra notte e giorno, tra morte e nascita: i fari di un’automobile illuminano un tratto di strada deserta sotto un cielo notturno blu intenso, un segnale di stop brilla in uno spettacolare tramonto dell’Indiana.

Rebecca Norris Webb studia Letteratura inglese alla University of South Dakota. Ma «dopo l’università - spiega - per qualche strana ragione la mia vena poetica si era esaurita. Ripensandoci ora, credo che il tipo di poesie che stavo scrivendo non erano sufficienti a né a contenere la complessità del mondo, né la mia curiosità a riguardo. La mia risposta al blocco dello scrittore fu di acquistare una piccola macchina fotografica e viaggiare per un anno, nella speranza che le mie fotografie potessero riaccendere la vena poetica. Invece, mi innamorai della fotografia. Mi resi conto che lo sguardo che metteva a fuoco le immagini che descrivevo nelle mie poesie era lo stesso sguardo che guardava attraverso l’obbiettivo». La poesia di Rebecca si compone con l'immagine.

Una foto e 465 parole.

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