martedì 16 gennaio 2007
Migliaia e migliaia di anni di tempo/ non racchiudono il minuscolo secondo di eternità/ di quando mi hai baciato/ di quando ti ho baciata/ un mattino, nella luce di un sole invernale,/ in un parco di Parigi,/ a Parigi su questa terra/ che è una stella.La scena di due innamorati che si baciano teneramente in un parco, indifferenti ai passanti, al sole e alla pioggerellina che cade su di loro, è spesso davanti agli occhi di tutti. Su questo quadretto si può fare molta retorica, si intessono canzonette, si muove anche la tenera ironia dei "fidanzatini" disegnati da Peynet. I versi del poeta francese Jacques Prévert (1900-1977) - che, tra l"altro, ha scritto anche canzoni molto intense - vanno un po" oltre tutto questo e cercano di cogliere il cuore del vero amore. Quando lo si vive in pienezza, il tempo si dissolve e si pregusta l"eternità: si è come immessi in un istante perfetto e pieno, ci si trova dalla parte del divino.Non per nulla s. Giovanni ha scelto la definizione teologica: «Dio è amore», come la più completa ed essenziale. In quel momento non temi più la morte e il male; e la città sguaiata, maleodorante e sgraziata che ti circonda diventa come una stella. È per questo che l"amore autentico è un po" la prova dell"esistenza di Dio: è una realtà così perfetta e assoluta, capace di creare e guarire, di illuminare e di trasfigurare, da non essere un semplice prodotto della nostra carne e della nostra psiche, ma da rivelarsi piuttosto come un miracolo, una grazia, un dono che viene dall"alto. È, allora, necessario custodire questa realtà quando essa è infusa in noi, senza sporcarla, senza umiliarla e dissolverla. E questo dono non è solo riservato agli innamorati ma a tutti coloro che si lasciano attraversare dalla luce di Dio.
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