giovedì 22 maggio 2014

Sessant’anni fa nel cielo segnato dalla seconda guerra mondiale, volava un pilota britannico incaricato di bombardare il distretto di Tubinga. Giunto sopra Ravensburg (città famosa per la produzione di puzzle), egli fece per rilasciare il suo carico di esplosivo ma una donna, con il manto aperto, apparve all’orizzonte. Aveva i capelli sciolti e lo guardava ferma in viso. Alla fine della guerra quel pilota tornò in Germania e, con sorpresa, vide che nella cattedrale di Ravensburg vi era una Madonna chiamata «Maria mit dem Schutzmantel», Madonna del manto. Per questo, oggi, la piazza centrale di Ravensburg è stata rinominata Marienplatz e l’originale della scultura, in legno di tiglio, è custodita al Bode-Museo di Berlino.


Il soggetto iconografico, diffusissimo nel XV, in Italia era noto come la Madonna della Misericordia. Famosa è quella di Piero della Francesca inserita nell'omonimo Polittico, oggi smembrato, e detto appunto: Polittico della Misericordia. Piero ritrae la Vergine come turris eburnea, che sta saldamente ancorata alla terra della sua umiltà. Maria indossa abiti dai tessuti modesti, eppure è incoronata regina; possiede, infatti, la regalità della santità per la quale servire è regnare. La corona che porta ha, del resto, lo stesso diametro dell'aureola. Piero la presenta anche come Vergine e Madre: il cordone monacale che le cinge la veste è simbolo di verginità, mentre il ventre appena rigonfio denuncia la sua maternità. Così Maria apre generosa il manto per accogliere il popolo rappresentato da persone di ogni età e di ogni ceto sociale. Un popolo in preghiera che si rifugia dentro l’abside di una cattedrale.

La Madonna di Ravensburg, invece, pare camminare frettolosa verso ciò che ancora ha da venire, un futuro non lontano che essa vede chiaramente e che il popolo, pur senza vedere, teme. Lo sguardo mite, eppure fermo, è dolce e nel contempo imperioso. La sua postura la rende simile a una colonna che, mentre sorregge il popolo, cioè la Chiesa, si pone come barriera contro quanti vorrebbero farla crollare. Il manto blu racconta il mistero di cui è adorna: ella è la Theotokos, la Madre di Dio, e perciò stesso è anche la madre degli uomini. Il suo passo, frettoloso e deciso verso il pericolo incombente, è tale da non averle lasciato il tempo di legarsi i capelli, cosicché il velo, investito dal vento, sembra sul punto di cadere. Se i suoi capelli, sciolti e lunghi, la designano come una vergine giovinetta che ancora vive nella casa del Padre, l’abito rilucente d'oro zecchino, la designa quale regina, difensora del regno di Dio, colonna e baluardo contro qualunque nemico.
Dieci persone stanno asserragliate sotto il manto di Maria. Dieci, come i dieci giusti che aspettano, secondo il libro dell'Apocalisse, la salvezza sotto l'altare. Dieci come il numero che designa simbolicamente una prova la quale, benché pesante non può schiacciare gli uomini che Dio ama. I volti sono di una bellezza e di un’intensità impressionante. Sono volti pieni di vita e ansiosi di raggiungere quella salvezza che già vedono assicurata là, sotto il manto della Vergine Madre. Tutti ci possiamo riconoscere in quei volti ed esser certi, anche noi come il popolo di Ravensburg, di trovare rifugio sotto il manto potente di Maria nelle ore difficili della storia.


Immagini:

>Ravenburger
Schutzmantelmadonna, Michael Erhart , 1480, Scultura in legno di tiglio,
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>Bode-Museo, ex Kaiser
Friedrich Museum
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>Madonna della
Misericordia (particolare dell’omonimo Polittico), Piero della
Francesca,1460–1462
Olio e tempera su
pannello, 180 cm, Pinacoteca Comunale, Sansepolcro (Arezzo)
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