Il vescovo ci offre un buon caffè attraverso i suoi video a tu per tu
domenica 20 ottobre 2019
Un vescovo può far giungere ai suoi fedeli una lettera pastorale affiancando ai consueti strumenti (un libretto, un convegno, incontri nelle parrocchie) anche qualche risorsa digitale? Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, ci prova già da due anni, non senza efficacia. Il contenitore scelto è un appuntamento video settimanale intitolato "A tu per tu con Derio" e diffuso tramite i media diocesani di comunicazione: io l'ho trovato sul canale YouTube del settimanale "Vita diocesana pinerolese" ( bit.ly/2BsyRPy ). L'anno scorso furono dedicate alla lettera pastorale "Lo stupore della tavola" le prime cinque puntate (ottobre-novembre), quest'anno ne abbiamo già viste due, ma ne sono in progetto altre. Va detto che i titoli e i contenuti delle sue lettere pastorali si prestano: quella del 2019-2020 in particolare, intitolata "Vuoi un caffè?" e dedicata al valore umano e cristiano delle relazioni che costruiamo. Ogni video dura intorno ai sei minuti. Il vescovo parla stando in piedi; l'inquadratura, fissa, è alternata tra piano americano e mezzo busto. Indossa sugli abiti civili una grande croce pettorale, si rivolge al pubblico con un paterno "tu" e guarda sempre verso l'obiettivo ma con naturalezza, come fanno i conduttori televisivi (e anche, se si vuole, gli youtuber) e come non fanno i politici quando rilasciano le loro dichiarazioni. Sul tavolo dietro di lui oggetti e figure che richiamano i contenuti della lettera pastorale: una classica caffettiera tipo moka, due tazzine, riproduzioni de "La Danza" di Matisse. Ma l'attenzione è catturata dalla persona di monsignor Olivero, tutta coinvolta a sostenere le parole che pronuncia: con le espressioni spesso sorridenti del volto e ancor più con il movimento, instancabile, delle mani. Infine, tutto ciò non basterebbe se non si rimanesse incantati dallo scavo che tali parole operano. A cominciare dall'idea di partenza: dire «vuoi un caffè?» significa dire «ho tempo per te», per parlarti, per donarti qualcosa della mia vita.
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