giovedì 19 gennaio 2017

Sono in coro, il silenzio è rotto soltanto dall'orologio a muro. Stiamo facendo meditazione, ogni tanto il volo di una pagina girata fende l'aria e poi di nuovo il silenzio. La pace è qui, dove regna il Santissimo Sacramento, dove si riconosce per la propria vita un'ancora di salvezza assoluta, certa.
Nel vetro dell'ostensorio si riflette il mondo esterno: un'ampia finestra affacciata sul parco del monastero. Tutto è ovattato dall'abbondantissima neve che ha seppellito ogni cosa. Riascolto nella memoria del cuore i miei passi nella neve, la sorpresa di scorgere la vita ovunque anche dentro a quella coltre di neve che parrebbe inghiottire tutto con il suo gelo. Orme di capriolo, orme di cinghiale, piccolissime orme di passeri tenacemente attaccati alla vita che vengono imploranti alle nostre finestre in cerca di cibo. La vita e il silenzio. Quanta grazia di Dio ci circonda, quanta meraviglia di bene, di sapore e di colore!
Lo sguardo cade su un'immagine scivolata fuori, distrattamente, dalle pagine di un libro: Le Silence di Henri-Jean-Guillaume Martin. Una donna esile con gli occhi appannati e i lunghi capelli che coprono le labbra. Che silenzio drammatico! E che incredibile attualità in un'opera del 1897! Ripenso ai fatti più recenti: in un mondo così spesso assordante quanti silenzi che non hanno nulla di sacro, di infinito, di grande. Penso al silenzio della morte che ha avvolto i genitori uccisi dal figlio nel ferrarese. Penso al silenzio dei governi di fronte alla tragedia dei profughi. Ma penso anche ad altri silenzi: quelli quotidiani e casalinghi, pieni di rancore, di gelosia, di giudizio che si consumano nei posti di lavoro, fra coniugi in crisi, fra genitori e figli. Penso ai silenzi egoisti fra amanti distratti e uniti solo da una mal intesa avventura. Ai silenzi di giovani e vecchi che hanno perso lo stupore. Penso anche ai tanti silenzi amari che attraversano la mia amata Madre Chiesa: quanto bisogno di Parola che salva qui! E insieme quanto bisogno di quel silenzio che sprigiona la luce vibrante di pace del Santissimo.


Papa Francesco in una riflessione sul silenzio affermava che il Silenzio è il nuovo nome di Dio. Richiamava al silenzio del cuore il quale, tacendo le proprie insistenti petulanze, lascia lo spazio a una Presenza diversa, altra, maestosa. Non ci si accorge subito, ma la donna di Henri-Jean- Guillaume, ha il capo cinto da una corona di spine. Il dipinto, infatti, ha anche un altro titolo: Donna incoronata di spine. Volto caricaturale di un altro volto coronato di spine. Qui l'angoscia, là la pace. Qui occhi spenti nel buio di una mente tormentata, là lo splendore della maestà e della verità.
Com'è vera questa immagine! Come sono stanchi i cuori degli uomini quando lo stupore fugge dalla loro quotidianità, quando il pensiero delle cose Ultime, eterne, grandi li abbandona! Bisogna che taccia il cuore e che si riaprano gli occhi a quei rumori di vita e di pace che riempiono i silenzi veri. Come questo, vissuto da me ora, nel caldo abbraccio di un coro di legno, in compagnia di un Pane, della Parola e di un mondo che ammantato di neve pullula di suoni e di richiami. La vita vera è più in là. Affiniamo lo sguardo facendo tacere il cuore. Viviamo una settimana dedicata all'unità dei cristiani e mi sovvengono le parole che la Vergine della Rivelazione rivolse all'ex avventista Bruno Cornacchiola: lavorate e pregate per l'unità e non per l'unione. Sí, l' unione è cosa umana, ma l'unità viene da Dio ed è frutto di ascolto e di silenzio.

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