domenica 21 luglio 2013
«Mi calai da una nube di primavera / Che il mondo ancor piccolo era / E Dio ancora un giovane padre. … Mille vite felici sulla terra darei / per rinascere in Dio qualsiasi cosa farei / e per rivedere gli angeli in tanto luccichio / eh sì, quando ero ancora il monello di Dio»… Sono versi di Else Lasker-Schüler. Quanti ne conoscono il nome? Era una poetessa ebrea tedesca, la maggiore dell'espressionismo tedesco. Ebbe una vita anticonformista e irregolare: povera, senza casa né mezzi, scriveva le sue poesie nei caffè dell'avanguardia, adorata dalla critica e dal mondo della bohème letteraria. Fu fra i fondatori nel 1910 dello “Sturm”, la più famosa rivista espressionista. Poco prima dell'avvento al potere di Hitler ottenne il premio Kleist, che la consacrava come grande poetessa, ma subito dopo dovette andare in esilio e i suoi versi finirono arsi nei roghi nazisti dei libri. Si stabilì prima a Lugano, poi a Gerusalemme. È stato detto che la sua poesia è simile alla pittura di Chagall, simbolica e astorica, con forti radici tanto nel monoteismo ebraico quanto nell'esperienza dell'esilio e della persecuzione nazista. In Palestina lesse in pubblico le sue poesie fitte di immagini bibliche e di colori, apprezzata ed ammirata. Morì a Gerusalemme nel 1945.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: