sabato 26 gennaio 2019
«La filosofia è antichissima, tuttavia dobbiamo ammettere che solo il nome è recente. Infatti non si può non riconoscere che ad essere antica, sia di fatto che di nome, è solo la sapienza. Questa veniva così chiamata dagli antichi, poiché offriva la conoscenza delle cose divine e umane, delle origini e delle cause di ciascuna di esse». Cicerone, il pensatore romano, in un suo libro sulla vera felicità parte da una considerazione di fondo. Non si può parlare di felicità se si prescinde dal rapporto che l'uomo instaura con il mondo. E chi aspira alla felicità deve in qualche modo seguire l'insegnamento dei sapienti. I quali non sono una casta chiusa e separata dal resto dell'umanità, ma il centro irradiante a cui attingere. E la filosofia, nata in Grecia, nel V secolo a.C., la grande invenzione greca contemporanea a quella del teatro, non ha l'esclusiva del sapere. La sapienza è più antica, e universale, non certo limitata ai greci e ai loro eredi romani. Si manifesta in ogni civiltà, e la sua essenza consiste nel giungere a conoscenza del divino e dell'umano, e delle origini nostre e dell'universo. Il pensiero filosofico, come la scienza (divenuta dominante negli ultimi due secoli), non possono prescindere dalla ricerca del divino. Se non cerchi Dio non puoi cercare di conoscere l'uomo.
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