venerdì 18 agosto 2006
Il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini che sapevano fare meglio di lui.Questa battuta sarcastica presente in una delle ultime opere di Leonardo Sciascia, Il cavaliere e la morte, pubblicata nell"anno stesso della sua morte, il 1989, fa il paio con quella di Goethe: «Hanno scacciato il Maligno e ci sono restati tutti i piccoli malvagi». L"ombra oscura di Satana certamente ancora s"allunga sul mondo; ma è pur vero che gli uomini sanno fare in proprio, con la loro libertà, capolavori di perversione, orrori di aberrazione, abissi di perfidia e ferocia. Nel poemetto Mistero dei Santi Innocenti (1912), il poeta francese Péguy metteva in scena un Dio spaventato nei confronti delle mostruosità atroci che l"umanità riesce a compiere nella storia. Sono efferatezze di cui siamo testimoni abbacinati; eppure chi le compie ha una mente, un cuore, mani, occhi come i nostri.C"è, allora, una riflessione che deve toccare un po" tutti. Certo, ci può essere l"offuscamento di un istante, la pazzia che travolge, il turbine dell"ira che acceca. Ma il più delle volte si procede verso il baratro del male passo dopo passo, in modo insensibile. Dal difetto marginale si giunge al vizio radicale, dall"impulso istintivo si va alla scelta sistematica, dalla scusante comprensibile ci si orienta alla giustificazione assoluta. Si è spesso detto di tanti aguzzini nazisti che compivano atti bestiali su ebrei o altre vittime dei lager e che contemporaneamente erano padri teneri, delicati cultori di musica, sensibili compagni di vita per mogli e amici. È questo il satanico terrificante che è in noi e che trionfa, se non si lascia spazio alla voce severa e decisa della coscienza e all"impegno serio della volontà.
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