giovedì 17 settembre 2015





Lo stereotipo dell’immagine di Maria, mite e remissiva, la cui verginità si accorda con un’assenza di passione, ha prodotto, nei cristiani meno ferventi, l’affievolimento della devozione alla Madonna, fino a cancellarla quasi totalmente dalla memoria e dai riferimenti quotidiani. Purtuttavia una ricca tradizione, e la testimonianza di molti credenti di ieri e di oggi, contraddice a questa figura edulcorata e idealizzata di Maria. L’arte e la tradizione popolare, fedele ai pochi testi del Vangelo che ci parlano di lei, presentano, invece, il ritratto di una donna vera, intrepida, capace di prendere l’iniziativa e di agire. In tal
senso la Madonna continua a essere, ed è, nella realtà della carne di molti uomini e donne, ancora oggi, un modello di salvezza. Ne è riprova l’iconografia della Madonna del Soccorso che ci offre in molte tele l’inconsueta istantanea di una Madonna col bastone in mano, pronta a colpire quanti attentano alla vita dei suoi figli. Ma poiché ogni uomo è potenzialmente chiamato a diventare suo figlio, tanto quanto è, nella sua originale immagine, figlio di Dio, il bastone della Vergine è sempre rivolto al nemico dell’uomo: Satana. osì nello spazio breve di una tela ecco due cose che infastidiscono un po’ certa modernità: il bastone della leosì nello spazio breve di una tela ecco due cose che infastidiscono un po’ certa modernità: il bastone della legittima difesa e Satana come ultimo responsabile del male dell’umanità.
Una tela di Niccolò Alunno narra di una madre i cui errori sono ricaduti sul figlio. La donna, disperata, invoca la Vergine perché la sua creatura, un bimbo di pochi anni, sta per essere rapita da Satana. La Vergine interviene prontamente e, imbracciando un bastone, è colta nell’atto di colpire il demonio. La scena fa pensare: alcuni, dopo avere giustamente messo in luce lo scandalo della pedofilia, ecco che con inaudita disinvoltura vorrebbero, ora, iniziare precocemente i piccoli a pratiche e a discorsi di scorretta natura sessuale. Se tali “pratiche educative”, come gli atti che causano manipolazione delle coscienze o la distruzione di milioni di vite umane o ancora devianze indegne della dignità umana, non vengono dal “nemico dell’uomo”, non si sa proprio a chi attribuirle. 
Un’altra opera, situata a Morrovalle, aggiunge all’iconografia della Madonna del Soccorso, il particolare di una città che assiste quasi indifferente all’evento. Accanto alla madre implorante e al piccolo ormai caduto nelle mani del demonio, c’è una Vergine determinata ad agire, mettendo prima in salvo il bambino. Alle sue spalle s’intuisce esserci una festa in atto, forse una processione al Santissimo Sacramento, a giudicare dal tappeto ornamentale che pende da una delle finestre, o, forse, alla patrona del luogo, che poteva proprio essere lei. Spettatori dell’evento religioso sono due personaggi che si affacciano solitari alla bifora dell’edificio ornato a festa e un terzo che si ripara dietro la tenda del luogo dove sporge il tappeto rosso. Le altre finestre, vuote, aumentano il senso di desolazione: nessuno pare preoccuparsi della tragedia in atto. Anche qui, come non pensare ai giorni nostri? Alla progressiva perdita del senso del peccato, alla narcosi che viviamo rispetto al dolore altrui e alla incapacità di vedere il disegno di male in atto. Misconoscere il mistero dell’iniquità e l’agire del Padrone del mondo non ci ha reso più forti contro il male, anzi ha ottenuto una fragilità pari e contraria a quella prodotta dalla caccia alle streghe di certo Medioevo. I piccoli, disorientati dallo scandalo, anche attraverso l’intimazione alla violenza, se non trovano difensori in questo mondo, troveranno difensora quella Vergine dal bastone in mano cantata nell’arte come Madre del Soccorso.
ImmaginiNicolò di Liberatore, detto l'Alunno, 1430 1502, Madonna del Soccorso, olio su tela, 1482, Galleria Colonna, Roma Scuola di Bernardino Mariotto (1478 -1566) sec XVI Madonna del Soccorso, Museo Civico Pinacoteca Palazzo Lazzarini, Morrovalle.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI