Gli aforismi forzati di Elias Canetti per la sua Marie-Louise
venerdì 20 marzo 2015
Elias Canetti (1905-1994) era, come pochi altri, naturalmente portato a fare della prosa di pensiero opera letteraria. È avvenuto con Massa e potere, con i suoi scritti autobiografici e in particolare con i sui aforismi. Ho detto “come pochi altri”. Ma forse nel Novecento non sono poi stati così pochi. Nella tradizione viennese da cui Canetti proveniva, c’erano Karl Kraus, Hermann Broch e Robert Musil. In Germania, Benjamin e Adorno. I diari di Kafka si muovono in un terreno nel quale riflessione e parabola sono indistinguibili. Anche in altre letterature europee gli artisti del pensiero non mancano: Valéry, Camus, Savinio, Machado, Wilde, Auden. Gli Aforismi per Marie-Louise, appena usciti da Adelphi, documentano le origini della passione di Canetti per questo genere letterario classico e singolare, tanto elementare quanto rischioso. Il lungo saggio di postfazione scritto da Jeremy Adler discute sia il particolare stile aforistico di Canetti, sia le circostanze in cui lo scrittore vi si dedicò. La stesura di un trattato come Massa e potere lo impegnava fino a soffocarlo. Scrivere appunti e pensieri senza scopi né ambizioni, era per lui «una valvola di sfogo». Alle sue spalle c’erano sia gli antichi (Protagora, Socrate, Sesto Empirico) che Pascal, La Rochefoucault e Lichtenberg. Siamo a Londra nel 1942. Canetti è ossessionato dalla morte e dalla guerra, ma è anche innamorato della pittrice Marie-Louise Motesiczkj, che resterà sua amica per tutta la vita. Il quaderno di appunti fu regalato a lei per il suo compleanno. Come succede spesso (salvo casi eccezionali) si nota anche in questi aforismi qualcosa di forzato. È come se ognuno di essi volesse essere protagonista e primeggiare, cosa che rivela la specifica vanità di chi li scrive. Canetti sembra più adatto alla prosa distesa che a quella breve e contratta. Gli aforismi che ho apprezzato di più sono quelli più diretti e in cui c’è meno arte. Per esempio: «Lui fa sempre qualcosa di nuovo per non invecchiare mai, ma è proprio questo che più di tutto rende vecchi». Oppure: «Guardati soprattutto da quelle filosofie che cercano di ricondurre la vita a un unico principio. Si tratta sempre di una riduzione della vita».
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