venerdì 24 gennaio 2014
   E' ​qualcosa di più di un libro, La congiura contro i giovani (Feltrinelli) di un sociologo, Stefano Laffi, che ha dedicato anni fa allo stesso argomento Il furto. Mercificazione dell’età giovanile (L’ancora del Mediterraneo), ma che ci torna sopra alla luce del rapidissimo degrado della cultura, non solo di quella giovanile, succeduto alla crisi. E oggi, per fortuna, coloro che riflettono su questi argomenti hanno idee più chiare di quanto non fosse possibile averne nel 2000, nel pieno trionfo del berlusconismo in Italia e della new economy nel mondo. Se i risultati di quel modello sono sotto gli occhi di tutti, non è però vero che sia cambiata la cultura che li ha sostenuti, che continua invece a dominare grazie al potere di media e mercato, tesi quasi sempre a promuovere il consenso – in nome del denaro – a un sistema di vita vieppiù aberrante. Gli adulti – noi – abbiamo responsabilità enormi nel declino di ogni idea di individuo e di comunità, per i nostri cedimenti alle lusinghe del benessere e alla «pubblicità» di un sistema di pensiero unico, che sta continuando a produrre danni enormi e forse irrimediabili al nostro pianeta, alle nostri menti e ai nostri sentimenti. Quello di Laffi è dunque un saggio e nello stesso tempo un pamphlet, rivolto proprio contro gli adulti e in difesa dei giovani, preda delle attenzioni del mercato e del sogno di dominio delle oligarchie che dirigono, con l’economia, la politica e dunque la storia. Come scrisse nel 2001, con perfetta lungimiranza, Giorgio Agamben in Infanzia e storia, citato da Laffi, «Mai si vide uno spettacolo più ripugnante di una generazione di adulti che, dopo aver distrutto fin l’ultima possibilità di un’esperienza autentica, rinfaccia la sua miseria ad una gioventù che non è più capace di esperienza autentica. In un momento in cui imporre a un’umanità, che, di fatto, è stata espropriata dell’esperienza, un’esperienza manipolata e guidata come in un labirinto per topi, quando la sola esperienza possibile è, cioè, orrore o menzogna, allora il rifiuto dell’esperienza può – provvisoriamente – costituire una difesa legittima». Laffi esplora le molte facce dell’alienazione giovanile ma a partire dalle responsabilità adulte, in un saggio che mi sembra importantissimo.
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