giovedì 9 febbraio 2023
Ogni fotografia organizza materiali nello spazio, e l’abilità dello sguardo di fotografo si compone tra le altre cose del suo riuscire a mettere in risalto particolari di immediato maggiore effetto. Se la fotografia d’autore sa essere forma perfetta di racconto, è per come restituisce in un lampo (l’istante fulmineo di un singolo scatto) quanto è in primo piano o invece, nella stessa immagine, lasciato sullo sfondo. Lo scrittore dev’essere sublime osservatore, e per descrivere e farlo nel modo più nitido, capace di immergersi in uno «stato di visione», come si esprimeva Gianni Celati. Vedere come attitudine e predisposizione, analogo a un mettersi in ascolto, qui da intendersi come mettersi in condizione di guardare. “Mettersi”, cioè posizionarsi, assumere una postura che già è punto di vista. I dettagli che il talento di un fotografo gli fa rendere prioritari, lo scrittore li considera sotto forma di elementi che una volta nominati diventano visibili. Allo stesso Celati, Luigi Ghirri espose la tesi che in una fotografia quel che più conta è tutto quanto resta fuori dall’immagine. Non è diverso nella narrazione: di certe magnifiche e grandi letture, a restare per davvero impresso è quanto esula dal detto, quel che visualizziamo “in più”, lavorando con la fantasia. © riproduzione riservata
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