martedì 29 gennaio 2019
«Che c'è, in un nome? Ciò che chiamiamo rosa/ avrebbe lo stesso profumo con qualunque altro nome./ Così Romeo, se
non si chiamasse Romeo,/ manterrebbe la stessa perfezione che possiede/ senza quel titolo. Romeo, lascia il tuo nome,/ e in cambio del tuo nome che non è parte di te,/ prendi tutta me stessa.»
Il nome è importante, fonda la nostra memoria: noi ricordiamo e celebriamo nomi: Virgilio, Kennedy, Maria Callas, Mastroianni, Catherine Deneuve, Buffon: la nostra memoria è scritta su nomi che ci fanno rivivere la persona che portò quel nome, e lo rese famoso, in ogni campo. Ma anche il nome che parla solo alla nostra memoria, al nostro cuore. Come sempre accade, in Shakespeare ci si disvelano verità prodigiose, inaspettate, ma che giungono con la naturalezza della pioggia e della luce all'aurora. Il nome è tutto. Lo sa Giulietta Capuleti, che ha appena incontrato Romeo Montecchi alla festa e se ne è innamorata, fulmineamente ricambiata. Dal balcone, al giovane nascosto tra le siepi del giardino veronese, Giulietta sussurra una proposta sconvolgente, con la potenza bruciante dell'Amore: se i nostri nomi, quelli delle nostre famiglie e i nostri di battesimo, sono un ostacolo, brucio il mio nome. Tu brucia il tuo. Il nome è memoria, Amore è perdersi nell'altro, uscire anche dalla memoria, per amore.
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