mercoledì 15 dicembre 2021
Abbiamo tutti usato i difetti come alibi. Ed è il peggiore dei ricatti, perché dire «sono fatto così», significa mettere l'altro davanti a un ultimatum: o ti adegui o addio. Fatte le debite proporzioni, vale anche nei rapporti con le cose. Parlare di caos creativo, trincerarsi dietro il paradosso di trovare tutto all'interno del proprio disordine, significa mettere le mani avanti, assolversi a priori, rendersi indisponibili al cambiamento. Al tempo stesso, dicono gli esperti, esiste una tendenza naturale alla disorganizzazione, contro cui non è facile combattere e che in fondo, ragionando da ottimisti, può essere sinonimo di flessibilità. Esiste infatti anche un ricatto opposto, altrettanto pericoloso, ed è quello che alimenta chi, con la scusa di arginare il tuo disordine, punta ad addomesticarti. E poi non è giusto pensare che si perdano o si dimentichino le cose che interessano meno. Semmai è il contrario, lasciamo a casa o in ufficio oggetti che sentiamo talmente nostri da credere che ci restino appiccicati addosso. Le chiavi, i documenti, la penna con cui firmi, stanno lì a dimostrarlo. Dimmi cosa scordi e ti dirò a cosa tieni di più, si potrebbe dire. Forse un'iperbole, o un gioco, ma di quelli che aiutano a crescere. E che sotto sotto nascondono sempre una qualche verità.
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