mercoledì 22 febbraio 2023
Il fotografo del Mali Matick Sidibé scelse tra i tanti suoi soggetti quello di due bambini mascherati. Il travestimento avveniva in occasione dello “Yokoro”, festa rituale celebrata al decimo giorno di Ramadan. Nello scatto, un bambino ha il viso bistrato di gesso bianco, il corpo dipinto a pois e a strisce pure bianchi, in testa un cappello a punta da cui i ciuffi di una parrucca spuntano dritti. L’altro bambino, i capelli rasati e occhi che dardeggiano nerissimi, sotto alla maglia ha messo un fagotto di cenci, il ventre così gonfiato sbuca prominente come fosse la pancia di un vecchio. Sono bambini buffi e buffoneschi in modo voluto, e tutto lo è in quella cerimonia d’infanzia inscenata per la ricorrenza rituale. La stessa comicità profonda (non superficiale) la si ritrova specchiata nell’espressione degli sguardi. Sguardi d’infanzia divertiti e disinvolti, consci dell’effetto che sortiranno su chi li guarderà. Un vero ritrattista fa questo: genera agio nel soggetto ritratto così che quello stia al gioco, a propria volta animato dalla certezza di potere condurre lo stesso gioco. Divertimento sfrontato e sapiente, per l’osservato ben più che per l’osservatore, quando quest’ultimo sa calibrare distanza e intimità, restituendo al vedere la sua azione fluida, mai manipolatoria. © riproduzione riservata
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